Numero 45/2019

9 Novembre 2019

Dalla Germania arriva birra Maisel

Dalla Germania arriva birra Maisel

Condividi, stampa o traduci: X

 

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 

Maisel

(Brauerei Gebr. Maisel) Bayreuth/Germania

Birrificio, in Alta Franconia, nato nel 1887 a opera dei fratelli Hans e Eberhardt Maisel.

.

.

L’impresa passò poi, nel bel mezzo della crisi economica globale degli anni ’20 del secolo successivo, ai figli dei fondatori, Fritz e Andreas.

A loro volta, Hans e Oscar, figli di Fritz e Andreas, nel 1955 si ritrovarono a dover fare una scelta di vasta portata, l’introduzione della birra di grano, inizialmente chiamata champagne wheat. E fu la loro fortuna, perché, quello dei Gebrüder Maisel, divenne presto un birrificio regionale che distribuiva i prodotti oltre i confini della Germania.

Nella stessa Bayreuth, a soli 100 metri di distanza, esisteva un altro birrificio, fondato nel 1857 dal birraio 24enne Hugo Bayerlein, rientrato nella città natale da Monaco di Baviera dove era andato a imparare il mestiere.

Nel 1872 Hugo Bayerlein vendette l’azienda ormai in auge ai banchieri Von Feustel, Wilmersdörfer e Riemann e al proprietario terriero Roth. Questi trasformarono il birrificio in una società per azioni vendendo le quote alle famiglie di Bayreuth. Continuando diligentemente l’opera di Hugo Bayerlein, i nuovi proprietari investirono di volta in volta in nuove e moderne strutture. E, nel 1934, la Bayreuther Bierbrauerei risultava la più grande fabbrica di birra della città.

Nel 1965 la Brauerei Gebr. Maisel rilevò il pacchetto di maggioranza della Bayreuther Bierbrauerei.

Negli anni ’70 costruì un nuovo stabilimento. Il vecchio, accanto, ospita invece un museo della birra dove tra l’altro fa bella mostra di sé un’antica macchina a vapore.

.

.

Alla fine degli anni Settanta, la birreria di Bayreuth si propose di elaborare qualcosa di particolare, che rompesse la monotonia del gusto ormai su per giù lo stesso per tutte le birre. Si susseguirono diversi esperimenti e, alla fine, venne alla luce il prodotto desiderato, che tanto sapeva di nostalgia per la vecchia macchina a vapore relegata a pezzo da museo.

Nacque così la Maisel’s Dampfbier, che purtroppo oggi non viene più prodotta. Era un po’ più rossa e più chiara della altbier di Düsseldorf, ma fruttata e con sentori di vaniglia che l’accostavano alla bitter inglese. Preparata con tripla cottura dell’infuso di quattro tipi di malto e aromatizzata con luppolo Hallertau, fermentava in vasche aperte per essere infine filtrata ma non pastorizzata. Anche se marchio depositato, non indicava uno stile riconosciuto, come la californiana Anchor Steam, peraltro diversa sia per il processo produttivo che per il sapore.

Nel 1987, in occasione del centenario della fondazione, fu istituita la Maisel’s Weissbierfest, che si tiene ogni anno per quattro giorni all’interno del birrificio.

.

.

Nel 2001, per garantirsi la continuità nella vendita e nella distribuzione dei prodotti, la Maisel cedette alla Veltins una quota del 35% che però fu restituita alla fine del 2005, pur rimanendo inalterate le comuni strategie di mercato, sia nazionali che internazionali, delle due aziende.

Nel 2007 fu lanciata una nuova linea di weissbier che in futuro si chiamerà Bayreuther Bio-Brauer.

Quella dei fratelli Maisel, costituisce la più famosa delle quattro birrerie bavaresi con tal nome, ciascuna con la propria indipendenza, anche se i proprietari sono legati da vincoli di parentela. Il marchio di fabbrica è la stella di alchimista a sei punte di cui potevano fregiarsi nel Medioevo i birrai che rispettassero i severi standard della qualità.

La produzione continua con acqua di sorgente dei vicini monti Fichtel, luppolo della regione di Hallertau, doppio malto e frumento sottoposto a maltaggio; e particolarmente concentrata sulla birra di frumento, che è sempre rimasta il fiore all’occhiello dell’azienda, anche quando gli altri produttori tendevano a metterla da parte. Sicché oggi la fruttata weizen Maisel figura tra le più note della Germania.

.

.

Rimasta di proprietà dei discendenti, oggi l’azienda è diretta da Jeff Maisel. Quarto maggior produttore di birra di frumento in Germania, oggi realizza 410 mila ettolitri di birra all’anno.

Maisel’s Weisse Original, hefe weizen di colore arancio e dall’aspetto velato (g.a. 5,2%); la tradizionale flaschengärung bavarese. Con una media effervescenza, la spuma bianca sgorga abbondante, pannosa, ma non dura più di tanto. L’olfatto si esprime fine e pungente, con sentori di malto, lievito, banana, frumento, frutta matura, chiodi di garofano; anche con un lontano richiamo di noce moscata. Il corpo, da medio a leggero, ha una densa consistenza cremosa. Il gusto, dolce e secco, fluido e aspro, possiede una discreta acidità che si stempera in fresche e piacevoli note di banana. Il finale di lievito si rivela lungo e vivace. Nella corta persistenza retrolfattiva invece si mescolano impressioni di pepe bianco, terra, buccia d’arancia, sotto l’egida dei chiodi di garofano.

.

.

Maisel’s Weisse Dunkel, dunkel weizen di colore marrone scuro, quasi nero, e dall’aspetto torbido (g.a. 5%). Con una carbonazione forte e pungente, la spuma, beige chiaro, si presenta in una corona brunita spessa e consistente. L’olfatto è di una finezza elegante, con l’elevata intensità che libera aromi di frutta fresca, grano, caramello, riso soffiato, esteri di banana, nonché sentori di chiodi di garofano. Il corpo, un po’ sottile, ha anche una tessitura leggermente acquosa. Il gusto, soffice, rotondo, attacca con una certa dolcezza, per poi assumere, in progressione, note moderatamente amare e acide, mentre ritornano, aleggiando in lontananza, la banana e i chiodi di garofano. Il finale, nella sua consistenza agrodolce, esprime un lieve quanto piacevole bruciato dall’accento amarognolo. Il retrolfatto appare un autentico pot-pourri di granulose sensazioni che si integrano armonicamente: caramello, malto torrefatto, pane dolce, luppolo floreale, cioccolato al latte.

Maisel’s Weisse Kristall, kristall weizen di colore paglierino chiaro e dall’aspetto brillante (g.a. 5,1%). La carbonazione è piuttosto vivace; la spuma, fine e salda, forma una colonna di bollicine che dal fondo e dalle pareti del bicchiere salgono verso la superficie in lente volute. L’aroma si esprime con un fresco fruttato, dolce, pulito. Sentori di miele, lievito, banana, trifoglio, malto, chiodi di garofano, fanno appena capolino; ma si fanno sentire, anche distinguere nettamente. Il corpo, da leggero a medio, ha una consistenza pressoché acquosa. Il gusto appare molto equilibrato nella sua complessità: banana matura, lievito, chiodi di garofano, luppolo piccante, scorza d’arancia, grano, erbe, pane bianco; e un incisivo tocco di acidità fruttata. Il percorso, di media durata, si esaurisce tra note aspre di grano. Il retrolfatto, alquanto brusco e secco, esprime le suggestioni amarognole della scorza di limone.

Maisel’s Edelhopfen Extra, diät pils di colore giallo dorato e dall’aspetto limpido (g.a. 4,8%). Nome con cui fu ribattezzata, nel 2012, la Maisel’s Edelhopfen Diät-Pilsner, leader di mercato nel segmento delle birre dietetiche. Con una media effervescenza, la schiuma bianchiccia, sottile e cremosa, si abbassa lentamente lasciando una lieve allacciatura sul vetro. L’aroma, dolciastro e parecchio rustico, è dominato dal malto, con qualche tenue sentore di agrumi, luppolo erbaceo, mais, paglia, amido. Il corpo appare molto sottile e di trama acquosa. Il gusto si esprime quasi in sordina, con una dolcezza di malto dalle venature erbacee. La corsa, alquanto lunga, termina con una punta di acidità inserita in una buona secchezza. Il retrolfatto amarognolo reca qualche impressione metallica.

 

 

Condividi, stampa o traduci: X

Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.