Numero 37/2018

10 Settembre 2018

L’Italia che ha fatto scuola: l’antico Corso Professionale per Birrai Maltatori

L’Italia che ha fatto scuola: l’antico Corso Professionale per Birrai Maltatori

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A Pedavena, nell’ambito della Festa dell’Orzo 2018, si è tenuto il primo Simposio della Birra Italiana di Qualità organizzato dalla Fabbrica di Pedavena. Da angolazioni diverse è stata proposta una panoramica sullo stato dell’arte della birra in Italia che negli ultimi vent’anni ha conosciuto una vera e propria rivoluzione, sia dal punto di vista dell’offerta (con l’ingresso sulla scena di diverse centinaia di nuovi piccoli birrifici), sia relativamente alle abitudini di consumo (che hanno guidato la crescita della diversificazione del prodotto).

 

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Una tavola rotonda che ha rappresentato un vero e proprio evento nell’evento e al quale hanno partecipato numerosi esperti del settore, dai quali è emerso come oggi il nostro Paese sia un vero e proprio punto di riferimento a livello internazionale per l’evoluzione dello stile di consumo e delle tecniche e tecnologie di produzione, sia su scala artigianale che industriale. Nonostante questo ruolo innovativo sulla scena mondiale, sono molte le testimonianze – purtroppo sottovalutate – di un passato altrettanto importante dell’Italia nella scena brassicola, soprattutto nel campo della formazione e della creazione di generazioni di mastri birrai, maltatori ed operatori della filiera.

 

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Fabbrica di Pedavena vanta un passato di formazione scolastica e professionale, essendo stata la sede di svolgimento delle lezioni pratiche del triennio del Corso Professionale per Birrai Maltatori della scuola Rizzarda di Feltre, unico in Italia. Nato grazie alla volontà della Famiglia Luciani, il corso ha inaugurato la sua prima edizione ufficiale nell’ottobre del 1951 ed è continuato fino alla fine degli anni Settanta fino a contare ben 271 diplomati, tra i quali si annoverano ancora oggi grandi maestri del mondo birrario e in differenti realtà.

Quella stessa scuola birraria, tra i suoi vari meriti, può vantare anche quello di aver contributo a stimolare in modo decisivo l’industria manifatturiera italiana per la fabbricazione di macchinari utili alla produzione della birra e la conversione di vasti appezzamenti di terra alla produzione di orzo distico, che non richiede pesticidi o fertilizzanti chimici e, quindi, con beneficio per l’ambiente oltre che per l’economia del Paese.

Un passato, importante, nel quale affondano le radici dell’attuale sviluppo produttivo e commerciale della filiera brassicola agricola ed artigianale.

 

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