Numero 17/2020

25 Aprile 2020

Dagli Stati Uniti: Anheuser-Busch, parte II, le produzioni di birra nella storia aziendale

Dagli Stati Uniti: Anheuser-Busch, parte II, le produzioni di birra nella storia aziendale

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Tratto da La birra nel mondo, Volume I, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

 

Anheuser-Busch

Saint Louis, Missouri/USA

Da parte nostra, riporteremo le offerte più rappresentative suddivise in “famiglie”, così come annoverate dall’azienda. Mentre l’anno tra parentesi è quello in cui la birra venne immessa in commercio per la prima volta.

Budweiser Famiglia

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Budweiser/Bud (1876), premium lager di colore giallo paglierino scarico (g.a. 5%); la birra più venduta al mondo dal 1957 e distribuita in più di 80 paesi. Bud è la denominazione adottata per il continente europeo. Rivolta a un target giovane e dinamico, viene commercializzata con lo slogan “King of Beers” (“Il re delle birre”): un probabile riferimento alla predilezione dei monarchi boemi per le birre prodotte a Budweis. L’effervescenza risulta più alta rispetto alla media delle lager, con una spuma fine e compatta tendente al cremoso. Il caratteristico aroma di malto, con vaghi sentori di lievito e fruttati, si libera penetrante e insistente. Il corpo ha struttuta soffice, leggera. Il gusto fluisce delicato, appena dolciastro e lievemente amaro, insieme. Il finale, non certo di lunga durata, sbocca in un retrolfatto amarognolo altrettanto corto. Si tratta di un prodotto che accontenta un po’ tutti i palati per il carattere fresco e dissetante; riscuote peraltro particolare apprezzamento da parte dei consumatori più giovani, che amano l’America e i suoi miti.

Budweiser Black Crown (2013), american amber lager di colore ambra profondo (g.a. 6%). Il lievito discende direttamente dal ceppo originale Budweiser usato da Adolphus Busch nel 1876. Le caratteristiche basilari sono infatti quelle della Budweiser. Con un’effervescenza moderata, la schiuma abbonda ma svanisce in fretta lasciando i segni di una minima allacciatura. L’aroma è a base di cereali tostati e di caramello, non senza un dolce tocco di alcol. Il corpo medio si rivela molto asciutto. Il gusto presenta una solida spina dorsale di malto, alla quale si appoggiano piacevoli note di fiori ed erba, con una sottile finitura amara e acidula. Al finale asciutto e pulito, tiene dietro un intenso, persistente, retrolfatto dalle suggestioni di mela verde avvolte in un dolce alone di etanolo.

Famiglia Bud Light

Bud Light (1982), light lager di colore biondo pallido (g.a. 4,1%). Fiore all’occhiello dell’azienda, risulta la birra più venduta negli Stati Uniti. L’effervescenza è moderata; la schiuma, bassa, di scarsa ritenzione e senza allacciatura. L’aroma si libera con deboli sentori di malto, mais ed erbe. Il corpo decisamente sottile asseconda un fresco gusto di cereali e di riso. Al corto finale, tiene dietro un retrolfatto altrettanto breve, e di un croccante amarore.

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Bud Light Platinum (2012), light lager di colore giallo dorato (g.a. 6%). Versione della Bud Light, con maggiore dolcezza derivante dal tasso alcolico più elevato e confezionata in una bottiglia di vetro blu traslucido. La schiuma, ricca e sottile, è gestita da una morbida effervescenza. L’olfatto si presenta molto pulito, a base di mais, crema di riso, verdure cotte: il tutto condito con un granuloso sentore di mela e un delicato tocco di alcol. Il corpo appare leggero e abbastanza acquoso. Il gusto inizia liscio e zuccherino per assumere via via note di luppolo speziato, con una finitura quasi amara, terrosa. Il finale arriva avvolto in una secchezza leggermente piccante. Il rertrolfatto non dura tanto, il tempo di erogare note alquanto metalliche.

Bud Light Lime (2008), light lager di colore dorato chiaro (g.a. 4,2%). Utilizza una combinazione di malti d’orzo, cereali non sottoposti a maltaggio, sottile luppolizzazione e il sapore della calce naturale. Con un’effervescenza media, la spuma si alza minuta e abbastanza durevole. L’aroma sa tanto di malto di mais, luppolo e, soprattutto di calce. Il corpo ha una consistenza leggera e piuttosto acquosa. Il gusto è abbastanza dolce, con note di cereali, malto, e una persistente finitura di calce.

Michelob ULTRA Famiglia

Michelob ULTRA (2002), lager di colore oro molto pallido (g.a. 4,2%). Con 95 calorie, 2,6 g di carboidrati e, in più, molto rinfrescante, un anno dopo la sua introduzione divenne il nuovo brand in più rapida crescita nel settore, conseguendo un vero e proprio successo tra gli appassionati di fitness per adulti. Con un’effervescenza moderata, la schiuma emerge alta, densa, senza lasciare però il minimo segno di allacciatura dopo la rapida dispersione. L’aroma reca una sottile dolcezza di malto, con qualche sentore di lievito, mais e cereali. Il corpo appare da leggero a medio. Il gusto, abbastanza liscio e particolarmente asciutto, s’ispira al pane bianco, al riso, al lievito, con una delicata finitura di amaro erbaceo. Il retrolfatto, di consistenza piuttosto metallica, emana piacevoli suggestioni di un fumo granuloso.

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Michelob ULTRA Amber (2006), amber lager/vienna di un bel colore ambrato intenso (g.a. 4%); anch’essa a basso contenuto di calorie e carboidrati. Presenta un’effervescenza media; schiuma di un bianco sporco non ricca ma durevole; tenue aroma di caramello, pane dolce, frutta matura, con un pizzico di granulosità erbacea; corpo leggero e abbastanza acquoso; gusto dal buon equilibrio tra la dolcezza del cereale e l’amarore del rampicante, con note emergenti di grano, malto tostato, luppolo terroso; sufficiente finale, pulito e rinfrescante.

Michelob ULTRA Light Cider (2012), light sidro di colore giallo pallido (g.a. 4%); a base di mele croccanti, naturalmente zuccherato, senza glutine, e con almeno un terzo di calorie in meno rispetto ai sidri tradizionali. L’effervescenza è ai minimi termini; la schiuma, bassa ed vanescente. L’olfatto si libera con deboli sentori di mela verde, mele candite e accenni di lavanda. Il corpo leggero asseconda un gusto lievemente dolce, scorrevole, rinfrescante. La corsa, non così lunga, si chiude abbastanza secca.

ULTRA 19th Hole Light Tea & Lemonade (2012), bevanda al malto di colore oro ambra (g.a. 4%). Aromatizzata con tè freddo e limonata, risulta più leggera rispetto a quelle tradizionali della stessa categoria. L’effervescenza è appena sufficiente; la schiuma, scarsa e di rapida scomparsa. L’aroma sa di tè freddo al limone. Il corpo si rivela sottile e acquoso. Il gusto, piacevole e rinfrescante, si appella al succo di limone, con una nota di alcol. Il finale dura abbastanza e asciuga il palato.

Michelob ULTRA Fruit Lime Cactus (2007), birra alla frutta di colore paglierino chiaro (g.a. 4,2%). È una perfetta combinazione di tè freddo croccante e dolce limonata: effervescenza elevata; enorme schiuma che si dilegua in fretta lasciando una piccola allacciatura; aroma di calce, frutta esotica, agrumi, crostata dolce; corpo molto leggero; gusto che ricorda vagamente mais, calce, limone; pulito finale di frutta esotica.

Bud Ice

Bud Ice (1994), ice beer di colore dorato pallido (g.a. 5,5%); una delle più vendute della categoria nel Paese. Viene offerta in una bottiglia di vetro trasparente simile al cristallo e con tappo a corona svitabile. Pubblicizzata con lo slogan “Remarkably easy to drink” (“Incredibilmente facile da bere”), si propone come ottimo dissetante per chi non ama particolarmente il gusto della birra. Specie se consumata fredda infatti, sembra acqua minerale: assenza assoluta di luppolo, e solo un evanescente richiamo di malto e di alcol.

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Bud Light Lime Ritas

Il margarita è il più comune coctail messicano a base di tequila.

Bud Light Lime Lime-A-Rita (2012), birra alla frutta di colore verde giallo chiaro (g.a. 8%); miscela di Bud Light Lime e margarita di calce. Ha un’effervescenza piuttosto pesante; schiuma minima ed evanescente; aroma pungente, con sentori di limone, calce, tequila; corpo sottile; gusto gradevolmente dolce, con qualche nota amara e acida; finale avvolto in un alone alcolico.

Bud Light Lime Straw-Ber-Rita (2013), birra alla frutta di colore rosa rossastro (g.a. 8%); miscela di Bud Light Lime e margarita di fragola. Si propone con un’effervescenza sottile; schiuma scarsa ma abbastanza durevole; aroma aspro, dai sentori di pompelmo, lime, fragola; corpo abbastanza acquoso; gusto dolce, a base di frutta, zucchero, calce; retrolfatto dalle impressioni di lime.

Bud Light Lime Raz-Ber-Rita (2014), birra alla frutta di colore rosso porpora (g.a. 8%); miscela di Bud Light Lime e margarita di lampone. Presenta un’effervescenza pesante; schiuma di dimensioni ridottissime; aroma di lampone, ciliege e caramello; corpo sottile; gusto di lampone fresco con finitura zuccherina; finale asciutto e pulito.

Bud Light Lime Mang-o-Rita (2014), birra alla frutta di colore arancione (g.a. 8%); miscela di Bud Light Lime e margarita di mango. L’effervescenza, all’inizio moderata, va via via crescendo. La schiuma bianca sfuma in fretta, lasciando un sottile collare al bordo del bicchere. L’aroma si libera con forti sentori di mango, pesche, arancia. Il corpo risulta leggero però non acquoso. Il gusto, alquanto appiccicoso, reca nette note di mango, in un delicato rivestimento alcolico. Il finale secco introduce un discreto retrolfatto dalle persistenti suggestioni del liquore di malto.

Busch

Prodotte con una combinazione di malto e mais. A un prezzo leggermente inferiore, servono come secondo marchio più popolare della Anheuser-Busch.

Busch (1955), lager di colore dorato (g.a. 4,6%). Con un’effervescenza molto alta, la schiuma si origina minuta e di sufficiente durata. L’aroma di luppolo è tenue, ma piacevole. Il corpo leggero asseconda un fresco gusto dal perfetto equilibrio tra cereale e amaricante, con finitura liscia lievemente dolce.

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Busch Light (1989), light lager di colore paglierino: effervescenza minima, schiuma bianca di scarsa ritenzione, debole aroma di mais con un sentore di fiori, corpo sottile e acquoso, gusto pulito di grano con note di luppolo amaro (g.a. 4,1%).

Busch Ice (1995), ice beer di colore giallo dorato chiaro (g.a. 5,9%). Presenta un’effervescenza moderata; schiuma di medie dimensioni ma non così stabile; forte aroma di alcol, che copre i labili sentori di sciroppo di mais, verdure e mela verde; corpo leggero, liscio e cremoso; gusto gradevole ed equilibrato, con lunghe note di malto, banana, riso, e una sottile rifinitura di mais e zucchero filato; finale piuttosto aspro di luppolo; discreto retrolfatto a malapena dolce.

Busch NA (1994), lager analcolica di colore giallo pallido (g.a. 0,05%). L’alcol viene rimosso a fermentazione completa, tramite bassa temperatura e distillazione a bassa pressione. Ha un’effervescenza tagliente; schiuma bianca che si dilegua rapidamente; debole aroma floreale con accenni di grano e di malto; corpo sottile; sapore di malto liscio e corposo, con qualche nota di agrumi e una punta finale di acidità.

Busch Signature Copper Lager (2014), american amber lager di colore rame chiaro (g.a. 5,7%). La schiuma alta, spessa, però senza allacciature, è gestita da un’effervescenza piuttosto bassa. L’aroma si libera quasi in sordina, con labili e polverosi sentori di malto, caramello, orzo tostato. Il corpo appare da leggero a medio. Il gusto, granuloso e liscio, eroga note di mais, riso croccante, non senza un tocco di luppolo e di liquirizia, in un delicato rivestimento di crosta di pane. Il finale, piuttosto amaro, introduce un retrolfatto non tanto lungo ma dalle pulite sensazioni di asciuttezza.

Chelada Famiglia

Clamato o succo clamato è il nome di un cocktail a base di succo di pomodoro aromatizzato con spezie e brodo di vongole; anche se inventato negli Stati Uniti, è più comune in Canada e in Messico.

Budweiser & Clamato Chelada (2008), spiced beer di colore arancione (g.a. 5%); miscela di Budweiser e clamato. Con un’effervescenza bassa, la schiuma, di un bianco sporco, fuoriesce bassa e di scarsa durata. L’aroma è a base di pomodoro, calce, vongole crude ed erbe aromatiche. Il corpo medio ha una consistenza lievemente liscia. Il gusto, un po’ dolce, sa di succo di pomodoro, con una nota amara e un pizzico di alcol. Il finale arriva secco e con una punta di calce. Il retrolfatto eroga suggestioni di spezie leggere.

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Budweiser Chelada Picante (2012), spiced beer di colore arancione (g.a. 5%); versione, più piccante, di Budweiser & Clamato Chelada.

Bud Light & Clamato Chelada (2008), spiced beer di colore rosa aranciato (g.a. 4,2%); miscela di Bud Light e clamato. L’effervescenza è media; la schiuma, abbondante, vaporosa, ma di rapida dissoluzione. L’aroma si libera con sentori di calce, succo di pomodoro salato, sugo di vongole e spezie. Il corpo, da leggero a medio, è annacquato, frizzante. Il sapore reca note di succo di pomodoro lievemente dolce, vongole salate, calce, con una delicata finitura di agrumi. La corsa, abbastanza regolare, si chiude con un’impressione piccante.

Johnny Applesseed

Johnny Applesseed Hard Apple Cider (2014), sidro duro di colore dorato chiaro (g.a. 5%); omaggio a Johnny Appleseed (all’anagrafe, John Chapman), un missionario vissuto a cavallo del 1700 e 1800, diventando uno dei pionieri delle piantagioni di mele negli Stati Uniti. Presenta un’effervescenza decisa, con la schiuma che fa appena in tempo a emergere. L’aroma è dolce di mela, con qualche labile richiamo di miele. Il corpo, esile ma vivace, asseconda un delicato gusto di mela mescolato a zucchero bianco. La finitura di crostata allestisce un buon equilibrio tra la dolcezza e l’amarore emergente. Dal retrolfatto si levano sensazioni secche e aspre.

Malt Liquor

Hurricane Malt Liquor (1995), malt liquor di colore giallo dorato: effervescenza piuttosto alta e un po’ rudida; schiuma ricca e sottile, che svanisce rapidamente; aroma dolce e tenace, con sentori deboli di cereali e forti di alcol; corpo medio-leggero; sapore robusto ma morbido, con note dolci di frutta e amarognole di luppolo; persistente retrolfatto dalle suggestioni metalliche (g.a. 5,9%).

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Hurricane High Gravity (2005), malt liquor di colore paglierino dorato: bassa effervescenza; schiuma molto fine e alta, con buona allacciatura; aroma pulito a base di mais, grano cotto, malto, avvolti in un pesante alone alcolico; corpo sottile di consistenza oleosa; gusto di semola di granturco e grano tostato, con dolce finitura di biscotto; finale asciutto; retrolfatto amarognolo, terroso e pungente (g.a. 8,1%).

King Cobra (1984), malt liquor di colore paglierino chiaro: effervescenza media; schiuma minuta e cremosa di rapida dissoluzione; aroma di mais dolce e malto polveroso, con un pizzico di luppolo; corpo da leggero a medio un po’ appiccicoso; gusto di cereali e verdure cotte, con una rifinitura granulosa amabile; finale secco e pulito; sufficiente retrolfatto con buon equilibrio tra la dolcezza del malto e l’amarore del rampicante (g.a. 6%).

Michelob

Michelob (1896), super premium lager di colore paglierino sbiadito (g.a. 5%); reperibile anche in bottiglia dal 1961. Originariamente la bottiglia aveva una forma unica, denominata “la bottiglia a goccia”, perché sembrava una goccia d’acqua. Bottiglia, che, nel 1962, si aggiudicò una medaglia da parte dell’Institute od Design. Cinque anni dopo, per l’efficienza nella linea di produzione, la bottiglia venne ridisegnata, e rimase tale fino al 2002, quando fu sostituita dalla bottiglia tradizionale; venne però ripresentata dal 2007 al 2008. Nel 1966 fu introdotto invece il barattolo. La Michelob si propone come alternativa alla più quotata “sorella maggiore”, rispetto alla quale è sicuramente più equilibrata. Viene elaborata con un’alta percentuale di malto da orzo distico e luppolo importato. La bottiglia, in una forma del tutto particolare, reca l’etichetta sul collo e il tappo a corona “svita e avvita”. La schiuma, fine e spessa, risulta anche stabile e di buona aderenza. L’aroma si sprigiona fresco di cereali. Il corpo è leggero, con un sapore delicato e dal giusto equilibrio tra malto e amaricante per l’intera corsa. Nel finale il luppolo prende il sopravvento con la propria secchezza, e dona al corto retrolfatto una suggestione amarognola.

Michelob Light (1978), light lager di colore giallo dorato chiaro (g.a. 4,3%); la prima birra light super premium del Paese. L’effervescenza è piuttosto bassa; la schiuma, ricca e vaporosa, scompare in fretta, lasciando però un bel pizzo sul vetro. L’aroma si libera quasi in sordina, con sentori di mais, caramello, pane, luppolo, e un tocco di agrumi. Il corpo è ovviamente leggero. Il gusto si snoda aspro e rinfrescante, tra note di grano cotto, agrumi, luppolo erbaceo. Il finale amarognolo precorre un corto retrolfatto aromarico.

Michelob AmberBock (1995), amber lager/vienna (g.a. 5,2%). Propone una bella schiuma bassa e sottile, adeguata all’effervescenza moderata; debole aroma di caramello, con sfuggenti sentori di fichi e zucchero bruciato; corpo medio frizzante, dalla tessitura appiccicosa; ricco gusto tostato con solo un pizzico di amarore; finale leggermente acido; retrolfatto dalle suggestioni di noci con un richiamo dolce di caramello.

Naturale

Natural Light (1977), light lager di colore paglierino pallido (g.a. 4,2%); realizzata con una combinazione di malto e mais, per ottenere un corpo più leggero e di facile beva, nonché un minor numero di calorie. Con un’effervescenza media, la spuma emerge piuttosto scarsa e dura non più di tanto. L’aroma è debole e granuloso, a base di malto e mais, con un accenno di riso. Il corpo appare molto sottile e acquoso. Il gusto scorre pulito e croccante, con sufficienti note di orzo, mais, luppolo. Il finale, estremamente asciutto, prelude a un discreto retrolfatto amarognolo dalle sensazioni di crema di mais.

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Natural Ice (1995), ice beer di colore dorato (g.a. 5,9%); ancora una combinazione di malto e mais. Presenta un’effervescenza moderata; schiuma non abbondante tanto meno durevole; aroma molto leggero, di cereali, paglia, con un dolce tocco di alcol; corpo sottile, morbido e pulito; gusto delicato, con note di mais, agrumi, banana, e finitura di luppolo; finale secco, acquoso, quasi metallico.

Oculto

Quando, all’inizio del 2015, comprò la SABMiller, che, a sua volta, nel 2013 aveva rilevato la Modelo, la AB InBev dovette, per motivi antitrust, rinunziare all’importazione delle più importanti birre messicane e vendette i diritti di distribuzione negli Stati Uniti alla Constellation Brands Inc. Rimasta pertanto senza alcuna birra messicana nel mercato statunitense, iniziò con una limitata distribuzione di Montejo, una lager messicana fatta da una società controllata dalla Modelo. Lanciò quindi Oculto, dal profilo messicano, per attirare i consumatori più giovani che sempre più scelgono liquori e birre messicane appunto.

Oculto (2015), malt liquor di colore oro chiaro (g.a. 6%). È ottenuto da lager invecchiate in botti di tequila e aromatizzate con agave blu. L’etichetta è stampata direttamente su una bottiglia trasparente simile a quella della Corona. Il nome invece, Oculto, è inciso in un teschio bianco che richiama lo stile messicano delle opere d’arte Day of the Dead (“giorno dei morti”, in spagnolo). Il logo diventa fluorescente e gli occhi vuoti del teschio emanano un bagliore verde quando la bottiglia è fredda. Oculto, in spagnolo, significa “nascosto”, e ogni bottiglia avrà un messaggio segreto. Con un’effervescenza bassa, la schiuma si leva sottile, alta e con buona allacciatura. L’olfatto esprime sentori di tequila, agave e crema di mais, con lievi accenni di agrumi e di calce. Il corpo tende a una consistenza media. Il gusto, morbido e alquanto dolce, reca note di cereali, lime, sale, pepe, con una rifinitura amara di mandorla. Dal retrolfatto di sufficiente durata esalano agre suggestioni di limone.

O’Doul’s

O’Doul’s (1990), lager analcolica di colore paglierino chiaro (g.a. 0,5%). Fermentata e affinata alla piena maturità, l’alcol le viene sottratto attraverso l’uso di bassa temperatura e distillazione a bassa pressione. L’effervescenza è piuttosto aggressiva; la schiuma bianca, di medie dimensioni, si dissipa rapidamente. L’aroma s’ispira al mais dolce, al miele, al malto d’orzo, al riso. Il corpo appare abbastanza leggero e acquoso. Il gusto si snoda in allegra amabilità, portando a termine una corsa regolare tra note amarognole di luppolo. Il discreto retrolfatto è improntato a una secchezza detergente.

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O’Doul’s Amber (1997), lager analcolica di colore ambra chiaro (g.a. 0,5%); sempre con rimozione dell’alcol a bassa temperatura e distillazione a bassa pressione. Con un’effervescenza moderata, la spuma emerge minuta, densa, abbastanza durevole. Caramello, mais dolce, zucchero filato e pane imburrato allestiscono un discreto bouquet persistente. Il corpo, da leggero a medio, presenta una consistenza alquanto acquosa. Il gusto, inizialmente abboccato, prende via via una connotazione amarognola, finendo in una asciuttezza pulita.

Birre Regionali

Michelob Golden Draft (1991), lager americana di colore biondo pallido (g.a. 4,7%); molto popolare nel Midwest. È una variante della Michelob, con aggiunta di mais. La spuma, copiosa, sottile e persistente, è gestita da un’effervescenza moderata. Un fievole malto segna l’aroma. Il corpo leggero e frizzante nutre un piacevole gusto che, pur decisamente orientato al dolce, termina asciutto. Una sensazione di malto, sbuca dal retrolfatto.

Michelob Golden Draft Light (1991), light lager di colore paglierino chiaro (g.a. 4,1%). Utilizza una percentuale di riso, per creare un liscio gusto rinfrescante, e subisce un processo di fermentazione più lungo, per ottenere maggiore leggerezza e un minor numero di calorie. Con un’effervescenza elevata, la schiuma sottile si dissipa rapidamente, lasciandosi però alle spalle un minimo di allacciatura. L’aroma sa di cereali, mela, lievito, luppolo, con un insistente segno di alcol. Il corpo appare molto leggero, e anche un po’ acquoso. Il sapore, piuttosto granuloso, defluisce fresco, pulito, tra note di grano, riso, banana matura, non senza una lieve punta di acido verso la fine della corsa.

ZiegenBock (1995), amber lager/vienna di colore ambrato chiaro (g.a. 4%); disponibile solo nel Texas. L’effervescenza è moderata e piuttosto ruvida; la spuma, densa, minuta, di buona durata. Al naso si mettono in evidenza grani tostati, seguiti da tenui sentori di caramello, mais, lievito e luppolo. Il corpo ha una consistenza abbastanza sottile. Il gusto, con una finitura estremamente pulita, si snoda morbido, dolce, con qualche nota di luppolo erbaceo, caramello, nocciola.

Selezionate Famiglia

Budweiser Select (2005), light lager di colore giallo chiaro (g.a. 4,3%). Fortemente promossa con lo slogan “The Real Deal”, contiene 99 calorie e 3,1 g di carboidrati. Con un’effervescenza alta, la schiuma emerge alta e sottile, ma si dissolve in fretta. L’aroma è dolce, di grano, mais, luppolo erbaceo. Il corpo medio appare piuttosto acquoso. Il gusto reca note di malto, cereali, pane, con una finitura liscia e croccante. Il finale è avvolto in una secchezza polverosa. Il retrolfatto, abbastanza pesante, emana suggestioni di orzo cotto.

Budweiser Select 55 (2009), light lager di colore dorato pallido (g.a. 2,4%). Viene pubblicizzata come la birra più leggera al mondo: 55 calorie e 1,9 g di carboidrati. L’effervescenza è vivace; la spuma, scarsa, evanescente. L’aroma si libera debole e granuloso, a base di erbe, lievito, luppolo floreale. Il corpo è sottile e acquoso. Il gusto, con lievi note di malto dolce, porta a termine una corsa pressoché regolare all’insegna del mais e degli agrumi. Il finale arriva fresco e pulito.

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Shock Top

Shock Top Belgian White (2006), witbier di colore dorato chiaro (g.a. 5,2%). Con un’effervescenza abbastanza vivace, la schiuma fuoriesce di medie dimensioni e con sufficiente allacciatura. L’aroma sa di malto, frumento, limone, chiodi di garofano, pepe bianco. Il corpo, da leggero a medio, appare morbido, delicato. Il gusto, un po’ granuloso, defluisce tra le note lievemente dolci di cereali, buccia d’arancia, coriandolo, con una finitura asciutta e fresca; il finale fruttato introduce un discreto retrolfatto dalle suggestioni di grano e di arancia.

Shock Top Raspberry Wheat (2011), birra alla frutta di colore dorato giallognolo (g.a. 5,2%); con sapore di lampone naturale aggiunto. L’effervescenza è moderata; la spuma, abbondante ma di rapida dissoluzione. Il naso s’ispira a un forte sentore di lampone. Il corpo leggero asseconda un gusto semidolce e astringente a base di erbe, lampone, luppolo, vaniglia. Il finale, con un’impressione minerale gessosa, introduce un corto retrolfatto di lampone selvatico.

Shock Top Lemon Shandy (2012), radler di colore giallo limone (g.a. 4,2%); con sapore naturale di limonata aggiunto. La spuma, minuta, scarsa e con poca allacciatura, è gestita da un’effervescenza media. L’aroma si libera fruttato e dolce, con sentori di pompelmo, limone, grano e lievito belga. Il corpo leggero presenta una trama alquanto liscia,. Il gusto reca note di pera, limonata, malto, biscotti, con un rivestimento di lievito rinfrescante. Il retrolfatto, corto e polveroso, lascia qualche resuduo dolciatro di cereali.

Shock Top Honeycrisp Apple Wheat (2013), birra alla frutta di un pallido colore giallo dorato (g.a. 5,2%). Viene aggiunto il sapore naturale della mela Honeycrisp, cultivar sviluppata dall’Università del Minnesota e introdotta nel 1991, di eccezionale freschezza e succosità, nonché di un sapore dolce delicato. Ha un’effervescenza bassa; schiuma leggermente cremosa di scarsa durata; aroma granuloso di mais con sentori di mela e cannella; corpo sottile di consistenza un po’ acquosa; gusto piacevolmente frizzante, a base di grano, mela verde, crostata; finale asciutto e dolciastro.

Shock Top Honey Bourbon Cask Wheat (2014), wheat ale di colore arancio ambrato (g.a. 5,5%); prodotta con malto caramello e miele, e invecchiata in botti di bourbon. Presenta un’effervescenza media; spuma minuta senza la minima allacciatura; aroma di bourbon, legno bagnato, grano e vaniglia; corpo medio di consistenza oleosa; gusto dominato dal miele con scarso amarore e una nota insistente di bourbon; dolce finale corto; retrolfatto evalescente di miele.

Specialità Birre

Redbridge (2006), gluten free di colore ambrato chiaro (g.a. 4%); realizzata con il sorgo. Con un’effervescenza piuttosto alta, la schiuma fuoriesce scarsa e di facile dissoluzione. L’aroma è tenue, di malto, nocciola, mela verde, lupplo fruttato. Il corpo sottile ha una consistenza acquosa. Il gusto, moderatamente luppolizzato, si avvale di una delicata finitura di grano tostato dolce. Anche il retrolfatto, che tiene dietro a un finale asciutto e pulito, si rivela abbastanza dolce.

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Wild Blue (2005), lager ai mirtilli di colore viola scuro (g.a. 8%); conosciuta anche Blue Dawg Brewing Wild Blue Blueberry Lager. Propone un’effervescenza alta; schiuma di medie dimensioni sottile e abbastanza labile; gradevole aroma di mirtilli avvolto in un alone dolce di alcol; corpo da leggero a medio un po’ appiccicoso; gusto sempre di mirtilli con qualche nota di cereali, zucchero, luppolo; finale di lieve secchezza; retrolfatto dalle insistenti sensazioni di saccarina.

Wild Red (2014), lager ai lamponi di colore rosso intenso (g.a. 8%); conosciuta anche come Blue Dawg Brewing Rascal’s Wild Red Raspberry Lager. L’effervescenza media ha un lento aumento; la spuma è piuttosto grossolana e mostra un minimo di ritenzione. Al naso s’impongono intensi e tenaci sentori di lampone, con una dolcezza opportunamente mitigata dalle spezie. Il corpo, tra leggero e medio, è gradevolmente appiccicaticcio. Il gusto inzia pieno di lampone per perderne man mano il sapore a vantaggio di note luppolizzate e rinfrescanti. Il finale, a malapena secco, introduce un discreto retrolfatto ancora ispirato al lampone.

Wild Black (2014), lager alle more (g.a. 8%); conosciuta anche come Blue Dawg Brewing Shadow’s Wild Black Blackberry Lager. Ha un’effervescenza bassa che però cresce rapidamente; spuma minuta e spessa molto stabile; aroma di frutti di bosco, con le more in particolare evidenza; corpo medio, morbido, frizzante, sciropposo; gusto abbastanza dolce, granuloso, lievemente acido verso la fine della corsa; finale asciutto con una sfumatura di alcol; retrolfatto corto, amaro, astringente.

Latrobe Brewing Company/Latrobe

Azienda, in Pennsylvania, nata nel 1893 dall’estensione fuori città della Pittsburgh Brewing Company, di Pittsbiurgh appunto. Rimase l’unica fabbrica di birra a Latrobe dal 1898, quando chiuse quella gestita dai benedettini, in attività dal 1856.

C’è da ricordare infatti che il primo monastero benedettino negli Stati Uniti fu quello di Saint Vincent di Latrobe, fondato nel 1846 da Bonifacio Wimmer, proveniente dall’abbazia bavarese di Metten.

Durante il proibizionismo, quattro fratelli di Latrobe (Frank, Robert, Ralph e Anthony Tito), credendo nella temporaneità del divieto, acquistarono il birrificio inattivo. E, nel 1933, Labrobe Brewing Company riaprì i battenti; mentre la sua birra, pian piano, diventava un’icona della Pennsylvania occidentale.

Poi, nel 1987 la birreria fu rilevata dalla Labatt, che, a sua volta, passò alla Interbrew. Grazie alla commercializzazione in modo aggressivo da parte del colosso belga, la Rolling Rock divenne un prodotto nazionale, e la sua fabbrica uno dei più grandi produttori di birra negli Stati Uniti.

Infine, nel 2006, la InBev USA, il ramo americano della InBev SA, vendette il marchio alla Anheuser-Busch, che trasferì la produzione della Rolling Rock a Newark. La fabbrica invece fu acquistata dalla City Brewing Company di La Crosse.

Rolling Rock Extra Pale, premium lager di colore giallo paglierino (g.a. 4,5%). Fu lanciata nel 1939 col nome del vicino maneggio Rolling Rock Estate e col misterioso numero “33” sul retro della bottiglia. Questo numero ha dato adito a tante ipotesi, le più fantastiche; ma la convinzione diffusa è che esso segni l’abrogazione del divieto del 1933. Pur non possedendo un gran carattere, può contare su un buon numero di consumatori fedeli. Merito anche del gusto semplice e dell’insolita confezione. L’etichetta è stampata sulla bottiglia, secondo una pratica in voga nel passato e ripresa con successo dalla Sol e dalla Corona. L’effervescenza è moderata; la spuma, fine e aderente. Al naso si propone un blando malto dall’accento di luppolo. Il corpo leggero tende al rotondo con discreta morbidezza. Il gusto scorre semplice, amabile per assumere, in finale, una consistenza luppolizzata che, nel retrolfatto di sufficiente durata, si fa amara e asciutta.

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Collaborazione

Con Margaritaville di Jimmy Buffett, catena di ristoranti e negozi che vendono merce-themed.

Landshark Lager (2008), lager in stile isolano di colore giallo paglierino chiaro (g.a. 4,7%). La schiuma, minuta e abbastanza durevole, è gestita da un’effervescenza decisa. L’aroma si libera erbaceo, con un ben distinto sentore di malto dolce. Il corpo leggero ha una consistenza acquosa. Il gusto si snoda fresco e asciutto, all’insegna del mais e del pane chiaro, e con una sottile finitura di miele che si tiene ben lontano dalla stucchevolezza.

 

 

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Antonio Mennella
Info autore

Antonio Mennella

Sono nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e oggi risiedo a Livorno.
Laureato in giurisprudenza, sono stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza, Livorno, Pisa, Prato.
 
La scrittura è sempre stata una delle mie passioni, che è sfociata in numerose pubblicazioni di vario genere, alcune specificatamente dedicate alla birra. Gli articoli riportati sul Giornale della Birra sono tratti da La birra nel mondo, in quattro volumi, edita da Meligrana.

Pubblicazioni: 
Confessioni di un figlio dell’uomo – romanzo – 1975
San Valentino – poemetto classico – 1975
Gea – romanzo – 1980
Il fratello del ministro – commedia – 1980
Don Fabrizio Gerbino – dramma – 1980
Umane inquietudini – poesie classiche e moderne – 1982
Gigi il Testone – romanzo per ragazzi – 1982
Il figlioccio – commedia – 1982
Memoriale di uno psicopatico sessuale – romanzo per adulti – 1983
La famiglia Limone, commedia – 1983
Gli anemoni di primavera – dramma – 1983
Giocatore d’azzardo – commedia – 1984
Fiordaliso – dramma – 1984
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989
L’Italia oggi – pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti – 2012
Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana – in due volumi – 2014
I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri – 2014
I nomi comuni derivati da nomi propri – 2015
 
Pubblicazioni dedicate alla BIRRA:
La birra, 2010
Guida alla birra, 2011
Conoscere la birra, 2013
Il mondo della birra, 2016
 
La birra nel mondo, Volume I, A-B – 2016
La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018
La birra nel mondo, Volume III, L-Q – 2019
La birra nel mondo, Volume IV, R-T – 2020
 La birra nel mondo, Volume V, U-Z– 2021
Ho collaborato, inoltre, a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull’origine e la produzione della birra nel mondo.