7 Settembre 2015

Homebrewing, microbirrifici, brewpub e beerfim: le tante sfaccettature della birra artigianale italiana

Homebrewing, microbirrifici, brewpub e beerfim: le tante sfaccettature della birra artigianale italiana

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Definire la birra artigianale è una operazione piuttosto complessa. Secondo l’Unionbirrai  è “una birra non pastorizzata, integra e senza aggiunta di conservanti con un alto contenuto di entusiasmo e creatività , prodotta da artigiani in quantità sempre molto limitate”.

Alcune caratteristiche che deve rispettare sono le seguenti:

  • prodotta senza l’utilizzo di conservanti e/o coloranti
  • non pastorizzata e se è possibile anche non filtrata
  • prodotta con l’utilizzo di malto d’orzo
  • gasatura naturale (no utilizzo di anidride carbonica esogena)
  • lieve carbonazione in bottiglia
  • assenza di additivi chimici di qualsiasi genere.

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Una considerazione, in modo quantomeno singolare attualmente la legislazione italiana non contempla il concetto di “birra artigianale”.

Per “birra artigianale” si intende di fatto la bevanda prodotta da piccole e medie unità produttive che tendono a operare in un ambito locale. Può essere realizzata in ambito domestico (homebrewing) o a livello imprenditoriale attraverso tre modelli operativi: “microbirrifici”, “brewpub” e “ beerfirm”.
Per “microbirrifici” si intendono delle vere e proprie aziende birraie che producono quantità significative di birre artigianali che poi vendono a terzi; essi possono disporre talvolta di mescita e somministrazione al pubblico.

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I “brewpub” sono dei locali che hanno predisposto, al loro interno, piccole unità di produzione, somministrano e vendono i propri prodotti esclusivamente all’interno del proprio locale affiancando quindi all’attività di produzione della birra quella di
ristorazione.

Gli alti costi degli impianti hanno inoltre imposto la nascita di un nuovo sistema produttivo quello del “ beerfirm”. Come suggerisce il nome si intende una azienda birraria che non dispone di un luogo di produzione, si tratta di una birra senza microbirrificio, poiché realizzata con gli impianti di aziende già affermate che mettono a disposizione i propri impianti a
fronte di un pagamento per l’affitto dei macchinari.

 

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Redazione Giornale della Birra
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