Numero 22/2020

27 Maggio 2020

L’amore “mortale” delle lumache per la birra

L’amore “mortale” delle lumache per la birra

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27Ricorrere all’uso di sostanze stupefacenti non è una prerogativa esclusiva degli uomini. Lo fanno anche alcuni animali e le conseguenze sono molto diverse da quelle osservate della nostra specie. Le droghe sono spesso assunte attraverso i vegetali: semi, nettare di fiori, radici, frutti fermentati, ma anche licheni e funghi e, dalle osservazioni fino a ora effettuate, si è piuttosto sicuri che producano effetti come euforia, iperattività, confusione, rilassamento, a seconda delle sostanze e delle quantità ingerite.

 

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La lista degli animali attirati dall’alcool è molto lunga e, fra i gruppi più sorprendenti, troviamo anche le chiocciole e le lumache.
Un antico rimedio impiegato per eliminare questi molluschi da orti e giardini, infatti, è la ”trappola a base di birra”. In pratica, basta collocare un bicchiere pieno di birra vicino alle piante bersaglio per far perdere a questi molluschi ogni interesse verso il vegetale.
Sembrerebbe, infatti, che questi animali siano irresistibilmente attratti dal lievito di birra, che individuano grazie ai due ”cornini” più corti vicini alla bocca, che funzionano come sensori tattili e olfattivi.

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In ogni caso, quando lo sfortunato mollusco entra nel bicchiere e comincia a bere la sostanza alcolica, finisce per affogare all’interno del liquido.
Oggi ci sono sistemi più etici e funzionali per controllare il numero delle chiocciole negli orti, come l’impiego di barriere o la lotta biologica con predatori specializzati, quali le larve delle lucciole, i coleotteri Ocypus olens o le chiocciole carnivore Rumina decollata.

 

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Mario De Luca
Info autore

Mario De Luca

Nato nel lontano 1986, orgogliosamente napoletano, trascorro la mia vita tra libri universitari, birrerie e calcio.
Laureato in Economia aziendale, ora laureando in Economia e commercio, in continuo viaggio tra Roma, Napoli e Castel di Sangro, in provincia dell’Aquila – “Emigrante? No, turista…” come direbbe Troisi -, dove i miei posseggono una birreria, per me croce e delizia.
Utilizzo quotidianamente la scusa dell’appassionato di birre per poter bere…di recente mi sono avvicinato al mondo dell’ homebrewing, non vi dico con quali pietosi risultati!
Scrivo di birra per passione e cercherò di spaziare tra tanti argomenti, sperando di dare un valido contributo ad giornaledellabirra.it, che molto gentilmente mi ha offerto quest’opportunità.
Amo definirmi “socievole ma soprattutto curioso, spesso critico”…non sono, nè voglio diventare un gastrofighetto, come disse un giorno Antonio Capaldo dei Feudi di San Gregorio, riferendosi a quei finti pseudo-cultori del cibo, che si incontrano nel reparto vini del supermarket o durante il corso di marketing all’università. Non sono un degustatore professionista, ma semplicemente un amante delle birre in genere, special modo tedesche, interessato circa il movimento dei microbirrifici italiani. Adoro i nuovi birrifici “fuori dagli schemi” e il loro modo di approcciarsi al mercato, lontano dagli standard e dalla tradizione, pensando controcorrente ed osando (questo rispecchia anche il mio carattere).
Non prendetemi troppo sul serio, tra una battutina e un’analisi seriosa proverò a strapparvi un sorriso e allo stesso tempo, assieme, navigheremo in questo mare giallo (birra eh, mica altro…non fraintendetemi)!