Numero 19/2023

8 Maggio 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Australia

Il giro del mondo in… tante birre: Australia

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Questo giro del mondo fa proprio girare la testa, è non è colpa dell’alcol!! L’Australia, infatti, non è dietro l’angolo, da qualsiasi città si voglia partire, si impiegano sempre “mille mila ore” di volo, a meno che non si viva in qualche isola vicina. E alla fine di questo lungo viaggio il premio è assicurato: andiamo alla scoperta dei birrifici australiani con un qualcosa in…più!

Questa terra è veramente immensa, è il sesto Paese più grande del mondo, fa parte del Commonwealth, infatti, il capo di stato è Re Carlo II, sovrano del Regno Unito e vanta una storia millenaria. Abitata dalle popolazioni aborigene per più di 40.000 anni, è stata, poi, colonizzata dagli Inglesi a partire dal XVIII secolo. Il risultato di questa politica fu disastroso per gli indigeni che nel giro di poco tempo furono quasi annientati, sia fisicamente che culturalmente, dai conflitti, dalle malattie portate dagli europei e dalle politiche di “assimilazione” (i bambini aborigeni venivano strappati alle loro famiglie per essere educati secondo i dettami occidentali). Testimonianza di tutto questo è, ad oggi, la percentuale bassissima di popolazione australiana di etnia aborigena: solo il 2%.

Inoltre, i territori sotto il controllo britannico divennero quasi tutti delle colonie penali (v. foto sotto. Port Arthur, Tasmania) con conseguenze sociali molto pesanti. Si può ben dire che il passato non sia stato tanto facile per il “Paese Giù di Sotto”.

 

L’Australia è stata, ed è una terra di immigrazione, un paese multietnico che per il 90% deriva da europei, addirittura, gli italo-australiani sono il quarto gruppo etnico più numeroso! Chi di voi non ha un parente in Australia? Io ce l’ho e vive a Canberra dagli anni ‘60!

Quindi, secondo voi, con tutto questo crogiolo di popoli, chi ha prodotto la birra per la prima volta? Gli aborigeni o gli europei? Continuate a leggere e lo scoprirete…

LA STORIA DELLA BIRRA IN AUSTRALIA

Recenti studi hanno portato alla luce antichi metodi aborigeni per la produzione di bevande fermentate. In Tasmania, per esempio, si faceva fermentare la linfa dell’albero Eucalyptus gunnii per preparare una bevanda alcolica chiamata “way-a-linah” oppure nei territori settentrionali, si beveva il “kambuda”, un fermentato di semi dei frutti del Pandanus, una pseudo-palma.

Ma la cultura birraria vera e propria è arrivata in Australia a bordo delle navi inglesi. Il capitano James Cook, infatti, imbarcò della birra sulla nave Endeavour (1768) per conservare meglio l’acqua potabile. E da qui iniziò tutto: nel 1796, John Boston, inglese di Birmigham, produsse una bevanda a base di mais con aggiunta di foglie di uva spina. Viene così ricordato come il primo birraio australiano. Nello stesso anno, James Larra, un detenuto liberato, aprì il primo pub, il Mason Arms, a Parramatta (distretto di Sydney). Nel 1804, l’inglese James Squire fu il primo a coltivare il luppolo; e in questo anno venne inaugurato, anche, il primo birrificio di stato.

Nonostante tutto la bevanda alcolica più consumata rimaneva sempre il rum. Era talmente popolare che veniva usato come moneta di scambio e addirittura fu protagonista di un colpo di stato militare nel 1808, la cosiddetta “Rivolta del Rum”. L’alcolismo, all’epoca, era un problema sociale che colpiva tutti, donne e persino bambini. Per contrastare questa piaga, venne promosso il consumo di birra, considerata meno pericolosa dato il suo basso grado alcolico. Grazie a questo stratagemma, la produzione si espanse molto velocemente. Nel 1871, nella città di Vittoria esistevano ben 126 birrifici, a fronte di soli 800.000 abitanti! Ma, come spesso accade, il successo ha il suo rovescio della medaglia. Iniziarono ad entrare in vigore leggi che regolamentavano la tassazione della birra (“Beer Duty Act”, 1892) o che regolavano la sua produzione (“Beer and Excise Act”, 1901), Tutto questo portò, da un lato alla chiusura di molti piccoli birrifici e dall’altro alla creazione dei primi gruppi industriali della birra.

Ad oggi i grandi birrifici industriali, nazionali ed internazionali, rappresentano il 90% di tutte le vendite di birra in Australia, mentre i circa 500 piccoli birrifici artigianali si attestano intorno al 3,5%. Interessante il periodo 2015-2020 che ha visto il comparto artigianale crescere del 6,2%; un cambio culturale del consumatore australiano, sempre più attento alla qualità e alla diversificazione delle proposte.

LO STILE DI BIRRA UFFICIALE DELL’AUSTRALIA

Per ora l’unico stile australiano riconosciuto dal BJCP (Beer Judge Certification Program) è l’AUSTRALIAN SPARKLING ALE, prodotto per la prima volta nel 1862 da Coopers Brewery il solo, tra i birrifici australiani, a produrlo ancora oggi. Stile nato per contrastare la concorrenza spietata delle Pale Ale britanniche che spopolavano tra il ‘700 e l’800. A differenza delle Pale Ale, le Australian Sparkling Ale sono più chiare, più secche e più carbonate, da qui l’aggettivo “sparkling”. Tipici i sentori di malto chiaro (pane bianco) mentre la luppolatura è passata dalle varietà anglo-americane (Goldings e Cluster) a quella autoctona del Pride of Ringwood, dagli anni ’60 del Novecento.

5 BIRRIFICI AUSTRALIANI CON QUALCOSA IN…PIU’!

  1. La birra australiana più distribuita al mondo: FOSTER’S

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

 

 

Birrificio fondato nel 1888 a Melbourne da due fratelli newyorkesi, William e Ralph Foster, insieme ad un birraio tedesco e un ingegnere americano esperto in sistemi di refrigerazione, fondamentali per il clima australiano. Il fatto che la birra venisse consegnata usando del ghiaccio per mantenerla al fresco, ne decretò subito il successo. Nel 1907 Foster’s, con altri 5 birrifici, costituì il gruppo “Carlton & United Breweries” (CUB) che divenne negli anni un colosso industriale a livello mondiale. Dopo varie acquisizioni (Elder’s, SABMiller, InBev), dal 2019 è di proprietà Asahi Group Holding, multinazionale giapponese.

FOSTER’S LAGER: birra chiara a bassa fermentazione, dagli aromi maltati e un finale amaro dato dai luppoli. Gradazione alcolica: 5%

FOSTER’S PREMIUM ALE: birra ambrata ad alta fermentazione. Le note maltate di caramello sono bilanciate da quelle erbacee del luppolo. Gradazione alcolica: 5,5%

  1. Il birrificio più antico in Australia: CASCADE BREWERY

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

 

Cascade Brewery è il birrificio più antico dell’Australia ancora in attività. Si trova ad Hobart, la capitale della Tasmania, l’isola a forma di cuore di fronte a Melbourne. Il birrificio è stato fondato nel 1824 da Hugh Macintosh, un ex ufficiale della Marina inglese, nella stessa proprietà dove si ergeva una segheria. Oggi è di proprietà di Asahi Group attraverso la sua filiale Carlton & United Breweries.

CASCADE PALE ALE: la birra simbolo del birrificio. Una birra chiara dalla frizzantezza decisa e dalla luppolatura ben presente. Gradazione alcolica: 5.0%

CASCADE LAGER: birra chiara a bassa fermentazione con un amaro equilibrato dato dal luppolo e lievi note fruttate. Gradazione alcolica: 4.8%

CASCADE EXPORT STOUT: birra scura di ispirazione britannica. Note di caffè e di torrefatto, presenta un amaro equilibrato. Gradazione alcolica: 5.8%

Alte birre in produzione: Cascade Premium Light (gradazione alcolica: 2,4%), Cascade Draught (gradazione alcolica: 4,7%), Cascade Bitter (gradazione alcolica: 4.4%)

  1. Il birrificio australiano più “stiloso”: COOPERS BREWERY

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

 

Coopers Brewery è stato fondato nel 1862 da Thomas Cooper che divenne birraio per caso. Infatti, produsse il suo primo lotto di birra come ricostituente per aiutare sua moglie Ann, malata e debilitata. A lui dobbiamo la creazione dello stile australiano ufficiale: Australian Sparkling Ale. Ad oggi, è anche il più grande birrificio indipendente ancora a conduzione familiare.

SPARKLING ALE: la birra iconica, chiara e decisamente carbonata. Prevede l’utilizzo di un lievito selezionato da Coopers. Per godersela appieno, si fa rotolare la bottiglia o la lattina per mescolare i sedimenti del lievito e poi si versa (istruzioni prese dal sito). Gradazione alcolica: 5,8%

ORIGINAL PALE ALE: l’originale birra chiara di ispirazione anglosassone. Aromi fruttati e floreali bilanciati da una gradevole amaricatura. Gradazione alcolica: 4,5%

VINTAGE ALE 22: ogni anno il birrificio produce una sola volta questa birra stagionale. Si può consumare subito ma da il suo meglio se invecchiata. Una Strong Ale con luppoli Huell Melon e El Dorado. Gradazione alcolica: 7,5%

Altre birre in linea: XPA (Pale Ale luppolata. Gradazione alcolica: 5,2%), Pacific Pale Ale (Gradazione alcolica: 4,2%), Mild Ale (Gradazione alcolica: 3,5%), Best Extra Stout (birra scura. Gradazione alcolica: 6,3%), Dark Ale (birra ambrata. Gradazione alcolica: 4,5%), Ultra Light (birra analcolica). Inoltre 2 birre Low Carb.

  1. Il birrificio più remoto del territorio australiano: MATSO’S BROOME BREWERY

 

Questo birrificio è nato nel 1997 grazie a Martin e Kim Peirson-Jones. Tra i birrifici australiani è quello più difficile da raggiungere, infatti, si autodefinisce “il birrificio più remoto dell’Australia”. Si trova a Broome, cittadina balneare distante ben 2.000 Km da Perth, capitale dello stato dell’Australia Occidentale. L’edificio che ospita il birrificio è storico. Costruito agli inizi del ‘900 divenne una banca, un negozio e infine un emporio gestito dalla famiglia Matsumoto, il Matso’s Store da cui il nome. Anche il logo del birrificio è giapponese e ha tre significati: vivere, nascere e grezzo. Birrificio ancora a conduzione familiare, produce hard seltzer e birre con ingredienti particolari e classici rivisitati, tra cui:

MANGO BEER: fruit beer che ha come base una Blonde Ale belga. Utilizza mango 100% australiano. Grazie al finale secco, la bevuta non è stucchevole.  Gradazione alcolica: 4,5%

GINGER BEER: birra allo zenzero fresca e dissetante, da godersi anche con un tocco di lime per un cocktail diverso. Gradazione alcolica: 3,5%

ANGRY RANGA: birra chiara con peperoncino di Cayenna, zenzero e zucchero di canna. Gli aromi speziati sono i protagonisti. Birra usata anche per cocktail. Gradazione alcolica: 3,5%

HIT THE TOAD: lager chiara con luppoli Cascade e Amarillo. Dedicata ai rospi delle canne che danno un gran bel daffare ai coltivatori!! Gradazione alcolica: 4,7%

  1. Il birrificio più giovane con origini aborigene: JARRAH BOY

 

Beer firm fondata nel 2022 dallo chef Dale Vocale, i cui antenati erano aborigeni della regione Ngarigo/Monero nello stato del Nuovo Galles del Sud. Le birre vengono prodotte da Boiling Pot Brewing di Noosaville (Queensland) usando prodotti autoctoni coltivati da agricoltori aborigeni. Le birre hanno nomi che omaggiano la cultura aborigena e la lingua Kabi Kabi. Per ora, solo una birra chiara in linea ma quando la gamma sarà completa, I colori delle tre birre si abbineranno perfettamente a quelli della bandiera aborigena.

TIRUM: lager chiara il cui nome aborigeno significa “sole”. Prodotta con cereali e luppoli coltivati in Australia, prevede l’uso di “yam”, un tubero simile alla patata dolce. Gradazione alcolica: 4,2%

Altre birre in arrivo: GWANGAL (lager ambrata il cui nome vuol dire “miele”, un dono raro e prezioso del popolo Ngarigo. Infatti, viene aggiunto il miele locale come tributo alla terra rossa australiana) e MULU (lager scura, infatti Mulu significa “nero”, con malti tostati e luppoli australiani).

Quando scrivo di birra di Paesi così grandi, come è successo per l’Argentina, mi sembra sempre di aver tralasciato un sacco di cose e non è una semplice sensazione…è proprio così!! Ci sarebbe così tanto da raccontare da dover scrivere dei trattati ma non vi voglio annoiare troppo e poi intaserei la redazione!! Questo breve elenco rappresenta, così, un piccolo sorso di birra che soddisfa la nostra sete di curiosità fino alla prossima tappa!!

Siti internet e pagine social di riferimento:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.fostersbeer.com/

www.cascadebreweryco.com.au/

https://coopers.com.au/

https://matsos.com.au/

https://jarrahboy.com/

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!