Numero 48/2023

27 Novembre 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Birmania

Il giro del mondo in… tante birre: Birmania

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Dopo il Bhutan, rieccoci in Asia, il Giro del Mondo in Tante Birre ci fa conoscere la Birmania, detta anche la “Terra dorata” per le mille pagode d’oro che fanno scintillare il paesaggio. Paese che si affaccia sul Golfo del Bengala, è grande il doppio dell’Italia.

La storia di questa terra è millenaria, le prime tracce umane risalgono, infatti, a circa 11.000 anni fa, ma i primi abitanti civilizzati furono i Mon, provenienti dalla Cina occidentale.

Da questo popolo derivano molti aspetti culturali e politici dell’attuale Birmania e soprattutto la religione. I Mon, difatti, introdussero il Buddhismo intorno al 500 d.C (v. foto interno Pagoda Shwedagon). Invece, l’etnia Bamar, da cui il toponimo Birmania, che costituisce il 68% della popolazione odierna, proviene da genti scese dal Tibet nel IX sec.

 

Sono proprio le diverse etnie presenti sul territorio, ad oggi ben 135, ad aver influenzato profondamente la vita di questo Stato. Popoli che arrivano dalla Cina, dal Tibet, dalla Mongolia fondano a turno regni e dinastie. Si alternano, così, periodi di pace e conflitti fino ad arrivare, nel 1886, alla completa annessione della Birmania all’Impero coloniale inglese. Il controllo britannico dura fino al 1948 quando diventa una Repubblica indipendente.

Da quel momento in poi, si susseguono anni di guerriglia e colpi di stato che destabilizzano e arrestano la crescita del paese. Addirittura, nel 1989, il governo militare cambia il nome da Birmania a Myanmar, denominazione etnicamente più neutra e non più legata all’etnia di maggioranza. E nel 2005 sposta la capitale da Rangoon (v. foto seguente) a Naypyidaw.

L’ultimo golpe è avvenuto nel 2021. L’unico partito che si oppone dal 1988 al regime dittatoriale è la “Lega Nazionale per la Democrazia” guidato dal premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, ripetutamente processata e arrestata per le sue battaglie di libertà.

LA STORIA DELLA BIRRA IN BIRMANIA

Come in molti altri paesi fin qui esplorati, anche la Birmania ha una lunga storia di birre tradizionali preparate dalle donne. Riso, miglio e sorgo sono i cereali più usati, talvolta così importanti da costituire il centro dell’economia di interi villaggi (v. foto Lago Inle – Risaie).

La birra di riso è la più popolare, soprattutto nello Stato di Kayah, ed è la base per diversi distillati. È prodotta dal popolo Kayan tramite fermentazione di riso bollito e lievito sbriciolato. Ha una consistenza cremosa ed è di colore bianco. Dalla sua distillazione si ottiene il “Te”, a cui si può aggiungere un infuso di erbe e spezie. Se le erbe provengono dalla tana di una talpa locale, abbiamo il “Hpwe ayeq”, distillato ambrato per le grandi occasioni.

La birra di miglio rosso (Tar San ron) è prodotta nello Stato di Chin. I chicchi di miglio vengono fatti bollire. Una volta asciugati su stuoie di bambù, sono cosparsi di lievito preparato in casa con riso glutinoso, erbe e spezie. La fermentazione avviene in vasi di argilla con foglie secche di banano o mango. Questa è una birra quotidiana ma anche per cerimonie e rituali. È bevuta con la cannuccia usando tazze ricavate da corna di bue o zucche

La birra di sorgo (Chiya) è preparata dal popolo Karenni del Kayah. La produzione è simile alle precedenti solo che la fermentazione avviene dentro cesti intrecciati. È bevuta quotidianamente, quasi solo dagli uomini, e può fungere da regalo.

Tornando alle birre, in senso più moderno, qui in Birmania la storia è legata alla presenza degli inglesi. Nel 1886, infatti, il giovane Edward Dyer aprì il primo birrificio birmano, il “Mandalay Brewery” che ha dominato il mercato fino alla fine del secolo scorso. Dominio interrotto dall’inaugurazione, nel 1995, del birrificio “Myanmar Brewery”, ma per saperne di più continuate a leggere…

5 BIRRIFICI BIRMANI CON QUALCOSA… IN PIU’!

La produzione di birre in Birmana, in termini di stili, è legata alla tradizione anglosassone. Ma la vita dei birrifici non è semplice. Dopo l’ultimo golpe del 2021, molti colossi stranieri stanno lasciando il mercato birmano, anche quello brassicolo. Stanchi delle continue violazioni da parte del regime militare.

– Il primo birrificio della Birmania: MANDALAY BREWERY

Il birrificio ha sede nella città di Mandalay, la capitale culturale e religiosa del paese. Tutto nasce nel 1886 quando una fabbrica di cannoni è riconvertita in birrificio. Il fondatore è l’imprenditore inglese Edward Dyer, proprietario di “Dyer Breweries” e di diversi birrifici in India. Durante l’occupazione giapponese, nella Seconda Guerra Mondiale, cambia il nome in “Takasago Brewery”, mentre intorno al 1955 diventa proprietà dello Stato (State Brewery). Tra alti e bassi, fallimenti e joint-venture, attualmente fa parte di Myanmar Brewery Ltd.

 

MANDALAY STRONG BEER: birra chiara a bassa fermentazione dalle note maltate e fruttate e una lieve sensazione calorica. Gradazione alcolica: 6,5%

MANDALAY LAGER: classica Lager chiara, facile da bere dai sentori erbacei e maltati. Gradazione alcolica: 5%

SPIRULINA BEER: Lager chiara con aggiunta di estratto di alga spirulina che dona un amaro più persistente. Gradazione alcolica: 5%

– Il più grande birrificio birmano: MYANMAR BREWERY

Fondato nel 1995 a Yangon (ex Rangoon) grazie ad una joint-venture tra una holding locale, un produttore di bevande di Singapore e il colosso industriale Heineken. Negli anni si sono susseguiti anche altre multinazionali come Carlsberg e Kirin Company, portando il birrificio a controllare l’80% del mercato brassicolo del Myanmar. Nonostante questi numeri, il birrificio ha subito un vero e proprio boicottaggio, all’alba del golpe del 2021. Essere per metà di proprietà di una società legata al regime militare, ha fatto scattare questa forte protesta.

 

MYANMAR LAGER: la birra iconica del birrificio, una tra le birre più bevute in Birmania. Una Lager chiara, facile da bere prodotta con aggiunta di riso. Si beve aggiungendo, anche, uno shot di whisky locale. Gradazione alcolica: 5%

BLACK SHIELD STOUT: birra scura ad alta fermentazione di ispirazione anglosassone. Protagoniste le note tostate e torrefatte che ricordano il caffè. Gradazione alcolica: 8,1%

ANDAMAN GOLD: birra chiara a bassa fermentazione. Lager chiara prodotta con aggiunta di frumento che dona note più acidule e rinfrescanti. Gradazione alcolica: 5%

– Il primo microbirrificio della Birmania: BURBRIT

Fondato nel 2017 a Yangon da quattro amici compagni di bevute del venerdì sera. Il nome è la contrazione di Burma (Birmania in inglese) e Britain, un omaggio all’influenza che la birre anglosassoni hanno avuto in Birmania e anche alle origini dei fondatori. Gli amici hanno anche aperto tre taproom.

 

 

 

RANGOON BLONDE: la birra simbolo del birrificio, la prima nata. Una bassa fermentazione in stile Pilsner. Maltata ed elegantemente luppolata. Gradazione alcolica: 4,7%

BURMA PALE ALE: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle Pale Ale inglesi. Malto ben presente con note caramellate rinfrescate da quelle più amare del luppolo. Gradazione alcolica: 6%

BLACK COFFEE STOUT: birra scura ad alta fermentazione ispirata alle Stout anglosassoni. Prodotta con caffè locale della regione di Ywar Ngan. Note di malto tostato, caramello e  caffè amaro. Gradazione alcolica: 7,4%

NAGANI: birra a bassa fermentazione aromatizzata con il frutto del dragone. Delicati aromi fruttati rifrescano questa classica Lager. Gradazione alcolica: 4,7%

– La beer firm più giovane della Birmania: DOUBLE TAP BREWERY

Fondata nel 2020 nella città di Yangon. È una beer firm che fa produrre le proprie birre dal birrificio Burbrit. Per ora quattro birre in linea, tutte in lattina, dalle grafiche molto divertenti e colorate. Ognuna si riferisce a personaggi che fanno parte della nostra vita.

 

WILD CHILD: birra chiara ad alta fermentazione, ispirata alle birre di frumento americane. Agrumata e fruttata grazie ai luppoli Citra e Simcoe. Gradazione alcolica: 4,5%

GOD OF THUNDER: birra chiara ad alta fermentazione che riprende le India Pale Ale britanniche. Prodotta solo con luppolo Mosaic, dai toni fruttati, tropicali e lievemente balsamici. Gradazione alcolica: 6,5%

FIRE STARTER: birra chiara a bassa fermentazione di ispirazione tedesca, dove le note maltate sono rinfrescate dall’elegante luppolatura europea. Gradazione alcolica: 5,5%

MAD BOSS: Double IPA dalla forte luppolatura americana (Citra, Centennial e Cascade). Sentori agrumati e fruttati supportati da note di malto. Gradazione alcolica: 7,5%

– Il birrificio birmano con il nome dalle origini più antiche: DAGON BEVERAGES

Birrificio fondato nel 1998 nella città di Yangon. Dagon significa “tre colline” ed è l’antico nome di questa città. È nato da una joint-venture tra il colosso industriale Carlsberg e tre società: una privata locale (Myanmar Golden Star), una con base a Bermuda (Brewinvest) e una sotto il controllo del Governo militare (Myanmar Economic Corporation). È tra i più grandi birrifici della Birmania, oltre alle birre produce anche liquori e bevande analcoliche.

 

DAGON LAGER: birra chiara a bassa fermentazione. Una Lager facile da bere, prodotta con aggiunta di riso, con note erbacee e maltate. Gradazione alcolica: 5%

DAGON SUPER: versione più alcolica della precedente, con note di malto più marcate ed amaro più deciso. Finale più secco. Gradazione alcolica: 6,5%

DAGON EXTRA STRONG: la birra più forte della gamma con in primo piano le note più dolci del malto e la sensazione calorica data dall’alcol. Gradazione alcolica: 8%

Questa meravigliosa terra meriterebbe quella stabilità politica ed economica che consentirebbe una reale crescita del paese, dopo troppi anni di continui golpe militari e ribaltamenti governativi. Nonostante tutto il comparto brassicolo, sebbene controllato per la grande parte dal regime, sembra stia uscendo allo scoperto. Qui in Birmania, le birre artigianali stanno facendo capolino grazie alla caparbietà dei giovani birrai locali.

Alla prossima pinta.

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.facebook.com/mandalay.brewery.9

https://myanmar-brewery.com

https://burbrit.com

www.facebook.com/doubletapbrewery.co

https://dagon-asia.business.site

 

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Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!