Numero 37/2023

11 Settembre 2023

Il giro del mondo in… tante birre: Belize

Il giro del mondo in… tante birre: Belize

Condividi, stampa o traduci: X

 

Il Mar dei Caraibi mi ha conquistata, il Giro del Mondo in Tante Birre mi porta nuovamente qui alla scoperta di birre e birrifici, ma questa volta non approdo su un’incantevole isola tropicale ma sullo splendido litorale del Belize. Il secondo Paese più piccolo dell’America Centrale, la cui superficie è poco meno di quella della Toscana, incastonato tra Messico e Guatemala.

Gli appassionati di musica, come me, forse lo conoscono già, perché “La Isla Bonita” cantata da Madonna si riferisce proprio a Ambergris Caye, la più grande isola del Belize dove si trova il mitico villaggio di San PedroLast night I dreamt for San Pedro…

Un paese ricco di attrazioni da togliere il fiato, dove la salvaguardia ambientale è un obiettivo condiviso da tutti. Più del 90% del territorio è ricoperto da foreste incontaminate e negli anni sono state istituite ben 94 aree protette, di cui 16 parchi nazionali (v. foto seguente – Laughing Bird Caye National Park). Siti archeologici Maya, spiagge da cartolina e natura lussureggiante si affacciano sulla barriera corallina più ricca dei Caraibi che ospita forse il sito di immersione più famoso al mondo il “Great Blue Hole”, una vertigine blu.

Ma in Belize si respira anche tanta storia e l’eredità del popolo Maya è più forte che altrove. Infatti, molte delle città più antiche furono fondate proprio in questa terra, dove ancor oggi si possono ammirare i resti di edifici e centri cerimoniali (Altun Ha, Lammai, Caracol, ecc.…).

Da qui potete immaginare come sia andata la storia: nel 1500 si susseguono le esplorazioni sotto l’egida della corona spagnola (da Colombo a Cortés passando per Pinzòn), nel corso degli anni le popolazioni indigene vengono “pacificate” ma anche decimate dalle malattie portate dagli europei. Poi nel XVII sec. arrivano pure i bucanieri inglesi che si insediano sulle coste per attaccare e depredare le navi iberiche, dando vita ad un conflitto lunghissimo che termina con la vittoria della corona inglese nel 1798 (Battaglia di St. George’s Caye). La leggenda narra che il bucaniere Peter Wallace, chiamato “Ballis” dagli spagnoli, occupò un’area vicina al fiume che poi prese il suo nome e che lo diede anche al paese: Belize.

Nel 1862 il Belize diventa una colonia inglese a tutti gli effetti, sotto il nome di Honduras Britannico e ottiene l’indipendenza solo nel 1981, rimanendo comunque all’interno del Commonwealth. Il capo di stato, infatti, è re Carlo III d’Inghilterra. L’attuale capitale è Belmopan, costruita ex-novo nel 1970 dopo che l’uragano Hattie distrusse quasi interamente Belize City nel 1961.

LA STORIA DELLA BIRRA DEL BELIZE

Esiste un intervallo di tempo molto importante per le birre del Belize. Tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 successe di tutto, anche la “guerra della birra”.

Nel 1969 aprì il primo birrificio in Belize (v. capitolo seguente – Belize Brewing Company). Prima tutta la birra era importata dai colossi industriali europei come Heineken, Amstel e Guinness. Una pinta costava solo 50 centesimi. Ma la nascita di questo birrificio locale cambiò le carte in tavola. Il Governo centrale, infatti, per aiutare l’economia interna, decise di aumentare i dazi sulle importazioni e quindi pure sulla birra straniera. Gli abitanti del Belize iniziarono così a bere solo birre nazionali, più abbordabili ma meno gustose rispetto a quelle europee, a detta dei belisiani, decretando così il successo della birra Belikin.

Verso la metà degli anni ’70, accadde l’impensabile. I fratelli Arturo e Orlando Matus, di origine messicana, osarono sfidare il predominio della birra Belikin di Belize Brewing Company, birrificio fondato da una ricca famiglia discendente dai primi coloni europei del XVII sec. Lanciarono sul mercato la birra “Charger”, sponsor anche di una squadra di football locale molto popolare. Grazie a questo traino, l’outsider Charger per qualche anno, oscurò la potenza della Belikin. Gli abitanti del Belize ricordano questo periodo, tra il 1975 e il 1977 come la “guerra della birra”. I due contendenti non erano, infatti, solo birrifici concorrenti che si sfidavano a suon di vittorie sportive e trovate pubblicitarie ma rappresentavano due mondi in conflitto. Gli immigrati, le minoranze etniche e gli afroamericani appartenenti alle classi più povere da un lato e i ricchi imprenditori di origine europea dall’altro. Vi devo proprio specificare chi ha vinto? La risposta si trova nelle prossime righe…

Belize Brewing Company ha operato in un vero e proprio regime di monopolio fino a quando, alcuni anni fa, grazie ad un accordo con Caricom (organizzazione per promuovere l’economia dei Caraibi) e una diminuzione dei dazi di importazione, il mercato delle birre si è aperto nuovamente. Sono tornate sugli scaffali birre europee (Heineken) e altri marchi originari dei Caraibi (Red Stripe, Dragon Stout, Carib).

Infine, un’usanza curiosa che penso si trovi solo qui in Belize, è legata al servizio della birra. Una volta ordinata una bottiglia, non sgranate gli occhi se ve la portano con un tovagliolo avvolto sul collo. Ecco spiegato l’arcano: tutta la birra in Belize è imbottigliata usando bottiglie e tappi riciclati. Nonostante entrambi vengano controllati e disinfettati, il tappo potrebbe presentare tracce di ruggine che vengono, così, “catturate” dal tovagliolo.

I 4 BIRRIFICI PIU’ IMPORTANTI DEL BELIZE

La par-condicio è rispettata nel migliore dei modi. Due birrifici sono a carattere più industriale, sia per la gamma offerta che per i prezzi applicati, mentre gli altri due si sono concentrati su stili ed ingredienti più ricercati, creando, in Belize, un’offerta che si avvicina al mondo delle birre craft. Scopriamoli insieme…

  1. Il primo birrificio del Belize: BELIZE BREWING COMPANY

(foto etichetta gentilmente concessa da Mario Bughetti)

Fondato nel 1969 dalla famiglia Bowen, con l’aiuto di Cerveceria Hondureña, ha sede a Ladyville vicino all’ex capitale Belize City. È il più grande birrificio nazionale che su licenza produce anche marchi internazionali come Guinness, Heineken e Amstel. È da sempre rimasto a conduzione famigliare e lo staff è 100% belisiano dal 2011, grazie all’arrivo di Nolan Michael, birraio locale. Fno ad allora, infatti, si erano avvicendati solo birrai tedeschi. Il logo è legato alla storia del paese, rappresenta il tempio Maya di Altun Ha e anche il nome della birra di punta “Belikin” deriva da un termine Maya che vuol dire “strada verso est”, antico nome del fiume Belize. Il legame con il territorio è riassunto, perfino, dal motto aziendale: “Onli Eena Belize” (“Solo in Belize” in lingua creola).

BELIKIN: la birra di punta, classica lager a bassa fermentazione. Vengono usati luppoli tedeschi e malto Pils canadese. Anche in versione Light. Gradazione alcolica: 4,8%

BELIKIN STOUT: birra scura ad alta fermentazione di tradizione britannica. Note maltate di caffè, caramello e cioccolato con una delicata luppolatura. Gradazione alcolica: 6,5%

SORREL STOUT: la versione stagionale della Belikin Stout. invecchiata ed aromatizzata con acetosa locale e spezie caraibiche. Gradazione alcolica: 6,5%

CHOCOLATE STOUT: birra scura ad alta fermentazione ispirata ad una ricetta tradizionale Maya, creata in occasione del Festival del Cacao. Morbida e vellutata con sentori di cioccolato, rum e vaniglia. Gradazione alcolica: 6,5%

BELIKIN AF: birra chiara dal colore dorato. AF sta per “Aurum Fortis” in latino “oro forte”. La birra più forte della gamma. Gradazione alcolica: 7,6%

  1. La birra artigianale più distribuita in Belize: TWO-5 BREWING

È il marchio di birre artigianali prodotto da Belize Brewing Company. Nato nel 2019, è già diventato leader nel settore ricettivo, grazie alla fitta rete di distribuzione della casa madre. La peculiarità di questa linea sta negli ingredienti scelti attentamente da Carina Cal, prima birraia del Belize: almeno uno deve essere locale. Il nome, infine, deriva dall’espressione creola “Too Faiv” che significa “migliori amici”.

FEVER GRASS WITBIER: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alla Witbier belghe. La citronella belisiana è aggiunta al classico mix di coriandolo e scorza di arancia amara. Gradazione alcolica: 4,6%

PIÑA ALE: birra chiara ad alta fermentazione, una Pale Ale con aggiunta di ananas e luppolo Mosaic. Aromi fruttati in primo piano. Gradazione alcolica: 5,2%

BIRD PEPPER PORTER: birra scura ad alta fermentazione, rivisitazione di una London Porter con aggiunta di “peperoncino degli uccelli” locale che regala note affumicate. Questo pepe, in passato, era consumato sulle navi per prevenire lo scorbuto. Gradazione alcolica: 5,2%

VALENCIA IPA: birra chiara ad alta fermentazione che strizza l’occhio alle India Pale Ale britanniche. Con uso di arance dolci della varietà Valencia coltivata nelle regioni meridionali del Belize. Note agrumate ben bilanciate da quelle maltate. Gradazione alcolica: 6,6%

La gamma include anche birre stagionali alla zucca, al mango, al cocco, al frutto stella, ecc..

  1. Il birrificio più “americano” del Belize: HOBBS BREWING COMPANY

Ad aprile 2019, il birrificio Hobbs Brewing Company, fondato nel 2014 a West Ossipee nel New Hampshire, ha deciso di aprire una nuova filiale a Placencia, piccolo borgo ubicato sull’omonima penisola, famosa meta turistica. Il motivo? Ash Fischbein, uno dei soci fondatori, ha capito che in Belize mancava una valida alternativa di birre artigianali. Nel 2021, per ampliare ancora di più l’offerta, è stato inaugurato “Brew Barge”, il brewpub di Hobbs Brewing posizionato su una chiatta galleggiante.

WILDCAT IPA: birra chiara ad alta fermentazione che si rifà alle India Pale Ale britanniche. Dedicata alla più grande riserva di giaguari al mondo sita proprio in Belize. Note intense di luppolo dal resinoso al fruttato con un tocco di tropicale. Gradazione alcolica: 6%

HUMMINGBIRD BELIZEAN GOLDEN ALE: birra chiara ad alta fermentazione ispirata alle Belgian Golden Ale. Leggera come un colibrì da cui prende il nome. Note di panificato rinfrescate da quelle fruttate e da un lieve agrumato. Gradazione alcolica: 4,7%

BLUE MARLIN COFFEE STOUT: birra scura ad alta fermentazione di tradizione anglosassone con sentori di caffè e cioccolato. Gradazione alcolica: 6%

TOMMY GOFF: birra chiara ad alta fermentazione che si ispira alle Tripel belghe con aggiunta di segale. Note fruttate e speziate di chiodi di garofano bilanciate da note maltate che ricordano il miele. Il nome è lo stesso di un serpente velenoso del Belize. Gradazione alcolica: 10,5%

  1. Il birrificio belisiano più “competitivo”: CARIBBEAN INTERNATIONAL BREWERY

Fondato nel 2014 a Carmelita Village, nel nord del Belize, ha iniziato a produrre nel 2018. È un birrificio di proprietà belisiana-cinese nato con l’intento di insidiare, in termini di prezzi molto competitivi e di qualità degli ingredienti, la grande fetta di mercato dominata da Belize Brewing Company. L’azienda imbottiglia e distribuisce, anche, acqua minerale e una varietà di cola. Alla fine del 2022 il birrificio ha avuto qualche problema organizzativo e societario ma sembra che si stia risolvendo tutto per il meglio.

PIRATE GREEN: birra chiara a bassa fermentazione ispirata alle lager tedesche. Sentori erbacei in primo piano supportati dalle note maltate di cereali. Gradazione alcolica: 3,8%

PIRATE BLUE: birra chiara a bassa fermentazione ispirata alle lager tedesche. Le note maltate emergono rispetto alla luppolatura erbacea. Gradazione alcolica: 4,9%

MINE BEER: anche questa una birra chiara a bassa fermentazione che si rifà alle lager tedesche. Gradazione alcolica: 4,9%

R&B LAGER: birra chiara a bassa fermentazione, una lager europea in cui è utilizzato solo malto d’orzo. Gradazione alcolica: 4,9%

R&B STOUT: una birra scura che si ispira più alle lager scure mitteleuropee che alle Stout anglo-irlandesi. Note tostate e torrefatte in primo piano. Gradazione alcolica: 6,5%

 

Resto sempre colpita da quanta storia birraria c’è in ogni paese, anche nei più piccoli. Mai e poi mai avrei pensato che sarebbe scoppiata addirittura la “guerra della birra”! Ma invece di soffermarmi sulla parte visibile della faccenda, pubblicità e rivalità sportiva, ho scoperto che il vero scontro aveva radici ben più profonde. Sorprendente come la birra metta lo zampino ovunque!

Alla prossima pinta!

 

Siti internet e pagine social di riferimento:

www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)

www.belikin.bz

www.two-5.bz

www.facebook.com/hobbsbrewbelize

www.cibbz.com

 

Tutti i marchi qui esposti sono di proprietà dei rispettivi detentori dei copyright; marchi di terzi, nomi di prodotti, nomi commerciali, nomi corporativi e società citati possono essere marchi di proprietà dei rispettivi titolari o marchi registrati d’altre società e appartengono ai loro legittimi proprietari.

 

 

 

Condividi, stampa o traduci: X

Federica Russo
Info autore

Federica Russo

Sono nata a Genova nel lontano…ma che lontano…nel “vicinissimo” 1976 da una famiglia chiacchierona e rumorosa, ecco perché mi piace parlare, comunicare e condividere.
Chi nasce in una città di mare sa che si porta dentro una curiosità tutta speciale come quella dei marinai e navigatori che tutti i giorni salpano verso nuove mete, terre e avventure. Curiosità che rimane per sempre e che caratterizza ogni aspetto della vita arricchendola giorno per giorno. La famiglia, le passioni, i traguardi, il lavoro vengono così conditi con quel “quid” che rende tutto più sfizioso.
La curiosità infatti mi ha portato a studiare 3 lingue (inglese, spagnolo e francese) per non sentirmi fuori luogo ovunque volessi andare e mi ha fatto laureare in Geografia per avere ben chiara in testa la mappa del mondo ed evitare di perdermi.
La curiosità mi ha fatto lavorare in ambiti molto diversi tra loro: commercio al dettaglio, operatore GIS nel settore dei sistemi informativi territoriali, progettista di impianti di depurazione acque reflue.
La curiosità, infine, è stata anche la spinta che mi ha fatto passare da semplice amante della birra a Sommelier. Ho completato il percorso formativo con la Scuola Italiana Sommelier (S.I.S.) e sono diventata Sommelier Professionale 3° livello. Essere sommelier della birra non lo considero un traguardo ma solo l’inizio di un lungo percorso di formazione, di conoscenza che non finirà mai, infatti ho cominciato lo stesso percorso formativo anche con l’Associazione Italiana Sommelier (A.I.S.), seguo i corsi e le monografie di UB Academy, per non parlare dei libri che “bevo” tutto d’un fiato!!! Alcuni autori della mia libreria: Michael Jackson, Lorenzo “Kuaska” Dabove, Randy Mosher…tanto per citare qualche pilastro.
La possibilità di poter scrivere per il Giornale della Birra mi dà modo di condividere con voi la mia passione birraria attraverso interviste, curiosità, abbinamenti birra-cibo e tanto altro, il tutto impreziosito da un sorriso e da un punto di vista diverso….quello femminile!