Numero 25/2018

21 Giugno 2018

Una scampagnata in Veneto alla bevuta di Manto Bianco!

Una scampagnata in Veneto alla bevuta di Manto Bianco!

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Un viaggio attraverso il Veneto ci ha portato a fare la conoscenza di Mauro Bellotto, proprietario, fondatore e birraio del birrificio, fresco d’apertura, Manto Bianco. Una giovane realtà, che merita una visita ed un assaggio, frutto di tanta passione e che corona un percorso di studio qualificato e qualificante.

 

Mauro, raccontami il percorso che ti ha portato ad aprire il tuo birrificio…

Avevo la mia attività imprenditoriale nel settore degli appalti pubblici come main contractor, ma a causa di chi pagava in ritardo, o non pagava affatto, sono iniziate le difficoltà. Ho deciso quindi di cambiare strada e venuto a conoscenza del mercato emergente delle birre artigianali ho deciso di approfondire l’argomento.

Appurato che c’era una scuola di formazione professionale da birraio accreditata dalla Regione Veneto vicino a casa ho deciso di iscrivermi… Inutile dire che se oggi il birrificio è aperto lo devo a quell’esperienza che ha rinnovato la mia passione per la birra.

Grazie ad amici ed ex colleghi che hanno creduto in me e hanno sostenuto finanziariamente il progetto ho preso un capannone in prossimità dell’uscita autostradale di Venezia Est, per la precisione a Quarto d’Altino, e ho acquistato tutte le attrezzature necessarie.

 

 

 

Appunto, parliamo delle attrezzature, com’è strutturato il birrificio? Capacità produttiva?

Il nostro micro birrificio artigianale indipendente si sviluppa all’interno di un capannone industriale stile anni ’80-‘90, di circa 450 mq; ha una sezione dedicata alla produzione e un’altra dedicata allo stoccaggio delle materie prime, dei prodotti finiti e di ciò che serve per imbottigliare e spedire ai nostri clienti le birre finite e conservate al meglio, comprese tre celle a temperatura controllata.

La sala cotte è di 5 HL, composta da tre  tini, quello di ammostamento e bollitura, tino filtro e infine Whirlpool, il tutto supportato da un sistema di ossigenazione del mosto prima dell’invio ai fermentatori con controllo delle funzioni base a mezzo di PLC. Quattro fermentatori isobarici Uni Tank da 10 Hl ciascuno. Serbatoi di servizio dell’acqua calda e fredda dotati di sistema automatico di pressurizzazione e anche di miscelazione termostatica per il condizionamento dell’acqua di mashing e sparging, entrambi della capacità di 1000 lt. Segue serbatoio di Priming, completo di mescolatore per la carbonazione finale, C.I.P. semiautomatico per la detersione, imbottigliatrice manuale a 6 becchi, tappatrice servoassistita e infine etichettatrice automatica.

Dimenticavo l’importantissimo laboratorio per le analisi che ci permette di tenere sotto controllo qualitativo il prodotto nelle principali fasi di lavorazione.

Con questa struttura stimiamo di poter produrre circa 600/800 Hl anno di birra in 12 referenze.

 

 

Quanti siete al momento? Collaborazioni esterne?

Al momento in quattro: Nicola Lacirignola ed io siamo i birrai, poi c’è Daniele che si occupa del commerciale/ amministrativo e Marco, mio figlio, anche lui diplomato alla scuola da birraio DIEFFE con mansioni di controllo qualità e addetto alle vendite.

Stiamo collaborando con Nicola Coppe (Beer4lab) che oltre ad averci guidato nell’impostazione del nostro laboratorio di analisi ha dato il suo contributo nella preparazione di alcune ricette. Stefano Bisogno, docente di tecnica della birrificazione alla DIEFFE con esperienze pluriennali alla MOOR collabora fornendoci indicazioni sugli stili inglesi, in cui è particolarmente ferrato. Simone Cantoni, giudice BJCP, critico nonché esperto in abbinamenti cibo / birra ci supporta nel perfezionamento delle birre e Pierluigi del Piccolo Birrificio Clandestino di Livorno, al quale chiediamo sempre un parere di assaggio per testare la qualità dei nostri prodotti. Poi c’è Ivan Borsato, birraio di Camalò dell’azienda artigiana CASA VECIA che nella sua veste di Presidente Birrai Artigiani Indipendenti della Regione Veneto ci dà preziose indicazioni per sbrigare le questioni amministrative e indicazioni sulle manifestazioni di rilevanza locale e nazionale.

Possiamo infine annoverare per la degustazione Davide Bertinotti e Teo Musso che in occasione del CIBUS di Parmaci hanno onorato assaggiandole nostre birre ed esprimendo pareri lusinghieri soprattutto su FILIGRANA e BIANCOSPINO.

 

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Dimmi tutto sulle vostre birre. Iniziamo dalle ricette: tradizione o innovazione? Usate ingredienti particolari? Che stili avete scelto per la vostra prima linea?

Innanzi tutto sono tutte birre buonissime (ride, ndr)… essendo mie creature non potrei giudicarle in modo diverso. Detto ciò, sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti finora, grazie anche alla cura maniacale che mattiamo in ogni fase della produzione.

Le nostre ricette sono l’espressione del nostro gusto e si basano sul rispetto delle tradizioni e delle caratteristiche di stile così come vuole la guida BJCP, ma con variazioni originali a lungo testate fino a ottenere il risultato che avevo in mente.

Usiamo spesso  e volentieri ingredienti particolari, soprattutto nel dry hopping, come bucce d’arancia dolce o amara, coriandolo, bergamotto, bucce di limone, pepe di Sichuan, miele di arancio o di acacia .

Abbiamo birre ad alta fermentazione e a bassa e, come esordio, siamo partiti con Kölsh, Pils(in stile tedesco), American Indian Pale Ale e Belgian Ale.

Poi la gamma si è arricchita conBlanche (Biancospino), A.P.A (Africa &Asia), BelgianDubble (CAP 8640), English IPA (Marco’s I.P.A), Golden Ale(Summertime), Brown Ale (Infern-ale), Russian Imperial Stout (Black 6), e una Barleywine (Penny Black). Stiamo già pensando alle prossime…

 

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Come avete scelto di promuovere le vostre birre ? Dove si possono acquistare? Vendita on line?

Finché non saremo abbastanza noti preferiamo far assaggiare il nostro prodotto e avere un sistema di distribuzione che si basi sulla conoscenza diretta dei nostri prodotti. Con la partecipazione poi a eventi – come ad esempio il CIBUS – abbiamo iniziato a selezionare soggetti interessati sia sul territorio nazionale che all’estero. Stiamo poi affinando le nostre procedure per la vendita on line allo scopo dare un servizio veloce ed efficiente e per questo abbiamo siglato contratti con corrieri specializzati per raggiungere velocemente l’intera penisola.

Curiosità: a dove viene il nome MANTO BIANCO?

Abbiamo chiesto aiuto a un grafico pubblicitario, che poi è anche quello che ha seguito la veste grafica di tutta la linea e il packaging in generale. Ci ha proposto diverse possibilità e alla fine abbiamo scelto Manto Bianco perché ci piace come evoca il cappello di schiuma che si forma in una birra ben spillata.

 

 

 

Che cosa vedete nel vostro futuro? Quali progetti?

Al momento siamo concentrati nel produrre buone birre e migliorare ancora quelle che abbiamo già presentato, ma stiamo pensando ad ampliare i nostri servizi… ci piacerebbe poter aprire una nostra tap-room e forse questo traguardo non è lontano. Poi vogliamo proseguire nella sperimentazione delle birre in botte; stiamo testando i risultati con quelle che hanno contenuto Rhum, Whisky o altro… Abbiamo diverse idee in cantiere e alcune le presenteremo nel corso dell’anno, non roviniamo la sorpresa…

 

Maggiori informazioni: www.mantobianco.it

 

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Jacopo Gatto
Info autore

Jacopo Gatto

«Papà fammi assaggiare quello che hai nel bicchiere».
«È un whisky invecchiato trent’anni. Non te lo do».
«Allora passami l’altro bicchiere».
E così fu il mio primo incontro con la birra e conseguente colpo di fulmine. Avevo sette anni.
Ringrazio i miei genitori tosco-veneto-trentini e l’universo per non avermi fatto nascere in USA.
Per caso nato a Milano nel lontano ’77 perdo tempo tra liceo classico, Laurea in Comunicazione, Ordine dei Giornalisti della Lombardia e svariati lavori niente male ma tutti precari finché il desiderio di acquisire il superpotere di trasformare l’acqua in birra mi porta un diploma da birraio artigiano.
Autore del romanzo umoristico “In una Piccola Galassia ai Confini dell’Universo” oltre che responsabile della rubrica sulla birra della “Prova del Cuoco Magazine” e collaboratore per Gqitalia.it ho come sogno nel cassetto di vivere di sola birra e riuscire a farmi pubblicare un romanzo dal titolo “Le Avventure di Gesù Cristo Birraio”.