Numero 36/2020

3 Settembre 2020

Birra e gazzosa: una miscela perfetta

Birra e gazzosa: una miscela perfetta

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Uno dei più bei ricordi delle gite in montagna che facevo quando ero un ragazzino è legato all’arrivo in rifugio e alla possibilità finalmente di dissetarsi. E la bevanda d’obbligo era birra e gazzosa, preparata al momento direttamente in una tazzona da caffelatte. Una delle bevande più dissetanti al mondo, o almeno così a me pareva! L’alcool della birra veniva stemperato dalla gazzosa, che però a sua volta perdeva un po’ della sua dolcezza grazie all’amaro del luppolo. Una miscela perfetta.

Usanza oggi forse quasi scomparsa, ma non è scomparsa la bevanda, solamente ha cambiato nome. Oggi se andate in una bar non potete più chiedere una “birra e gazzosa”, ma dovete chiedere una radler o una panaché. Ma vediamo di capirci qualcosa di più.

 

 

Radler in tedesco vuol dire “ciclista” e la bevanda si ottiene miscelando in parti uguali gazzosa (o limonata) e birra chiara tipo lager. Mi raccomando, ricetta vuole che la prima ad essere versata nel bicchiere sia la limonata, per evitare un’effervescenza incontrollabile ! Ma perché proprio “ciclista”? La bevanda è molto diffusa in Baviera e Tirolo e la ricetta, secondo leggenda, è attribuita all’oste bavarese Fran Xaver Kugler che nel giugno 1922, quando tredicimila ciclisti visitarono la sua taverna, per evitare di restare senza birra pensò bene di diluirla con della limonata, ottenendo anche gli apprezzamenti degli stessi. In realtà la ricetta è già citata in un racconto della scrittrice bavarese Lena Christ del 1912, ma tant’è, le leggende son dure a morire. La taverna , Kugler Alm, esiste tutt’ora,  a Oberhaching, ed è un tipico biergarten bavarese.

 

 

La panachè invece è di origine francese, ottenuto miscelando 2/3 di birra e 1/3 di gazzosa, con un tenore alcolico quindi più elevato della radler. È conosciuta anche nei paesi confinanti con la Francia, come il ponente ligure, la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Lombardia. In Emilia è conosciuta come bicicletta o bici.

Anche i paesi anglosassoni hanno la loro brava birra e gazzosa, che qui si chiama shandy, simile alla radler.

Insomma, paese che vai, birra e gazzosa che trovi. L’importante è dissetarsi dopo una bella camminata in montagna. Provare per credere.

 

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Enrico Garda
Info autore

Enrico Garda

Sono nato a Torino nel 1961 (ormai viaggio per i 60!), ma mi considero lombardo di adozione, perché abito in provincia di Lecco da ben 45 anni, dove mi sono sposato con Patrizia e ho avuto 3 figli (ho già anche 2 nipotine). Sono stati proprio i miei figli, conoscendo la mia passione per la birra, che un Natale di due anni fa mi hanno regalato un kit per fare la birra in casa. La scintilla devo dire che non è scoccata subito. Il kit è rimasto in cantina per qualche mese. In questo tempo ho meditato, mi sono informato, ho letto e poi…mi sono lanciato nel vuoto. E dico proprio nel vuoto perché “Nessuna esperienza precedente può averti preparato per assistere alla carneficina a cui assisterai fra poco”, come dice Dan Aykroyd a Eddie Murphy in Una poltrona per due. Naturalmente esagero, però i problemi che si devono affrontare durante la preparazione della nostra bevanda preferita sono tanti e a volte difficili da risolvere. Ho pensato allora di mettere a disposizione la mia piccola esperienza (ho fatto fino ad ora una decina di birre diverse, provando tecniche e stili vari) di homebrewer molto casalingo a chi vuole entrare in questo mondo veramente affascinante. Ho una predilezione per le birre tedesche, che sono, come loro, intendo i tedeschi, asciutte e di poche parole. Pochi fronzoli, niente gusti strani, il malto ed il luppolo che dominano su tutto. Ma mi piace anche sperimentare. Se qualcuno vorrà poi condividere con me le sue esperienze ben venga. Ho poco da insegnare e tanto da imparare.