Numero 01/2020

30 Dicembre 2019

Budweiser pianta l’orzo nello spazio per produrre la birra su Marte

Budweiser pianta l’orzo nello spazio per produrre la birra su Marte

Condividi, stampa o traduci: X

 

Se tutto dovesse andare secondo i piani dell’ormai noto Elon Musk, il progetto SpaceX sarà ufficialmente operativo entro il 2024, data che segnerà quindi l’inizio dei primi voli cargo verso il Pianeta Rosso. Con decine di visitatori in arrivo, e immaginiamo anche i primi residenti, bisogna tuttavia cominciare a pensare anche al trasporto dei beni di prima necessità, tra i quali non può ovviamente mancare la birra.

 

.

.

E così ecco che Budweiser, noto produttore di birra statunitense, ha deciso di essere la prima azienda a produrre birra per i nuovi “marziani”, e sta quindi pensando di spedire alcune piante di orzo nello spazio durante il mese di dicembre per affinare le tecniche di coltivazione spaziali e studiare il comportamento delle piante e la loro reazione alla differente forza di gravità.
Il primo viaggio dei semi di orzo è previsto per il prossimo 4 dicembre a bordo di un razzo SpaceX che porterà rifornimenti alla ISS (International Space Station). I semi, e le piante che da essi germoglieranno resteranno in orbita per circa 30 giorni, per poi tornare nei laboratori Budweiser per l’analisi.

 

.

.

 

 

Un esperimento simile fu condotto nel 2011 dalla distilleria scozzese Ardberg che fece trasportare sulla ISS alcune bottiglie di liquore per poi scoprire che la permanenza sulla piattaforma spaziale aveva alterato la composizione chimica del whisky, permettendo così di ottenere un gusto diverso da quello del classico whisky terrestre.
Avremo quindi una birra diversa da quella prodotta sulla terra? E in questo caso sarà più o meno buona di quella a cui siamo abituati?

 

Condividi, stampa o traduci: X

Marco Marcigot
Info autore

Marco Marcigot

Leva 1993, crescendo ad Udine ho respirato Mitteleuropa: Austria a nord e Slovenia ad est.
In una terra di vino che scuola potevo fare? La scelta era facile: scuola enologica di Cividale del Friuli. Il sessennio fu molto interessante, con tirocini, studi, visite e parecchi approfondimenti sul campo.
A un certo punto scopro per caso le birre artigianali, in un pub cittadino: da lì con qualche amico facevamo delle vere e proprie degustazioni, cercando di assaggiare ogni volta stili differenti.
Qualche mese dopo mi regalarono un kit per la produzione casalinga e da lì inizio una vera e propria ricerca e approfondimenti dell’ambito. Ciò che mi attirava di più della birra erano le migliaia sfumature di colori, aromi, stili e storie che si celano dietro questo mondo.
Anni universitari: la scelta ricadde su Scienze e tecnologie alimentari a Udine dove all’interno della facoltà c’è il corso di Tecnologie della Birra. L’ultimo anno il tirocinio l’ho fatto in un birrificio agricolo, il primo in regione, che coltiva sia orzo che luppolo; la tesi è sulla produzione e promozione della birra artigianale friulana.
Nel 2017 un’esperienza molto interessante e formativa di 7 mesi nel Birrificio Antoniano a Padova.
In tutti questi anni, dal 2012, mi diletto come homebrewer partendo dal kit, passando all’E+G e arrivando all grain: da qualche mese gestisco anche una pagina Facebook per far conoscere ai miei amici cos’è per me la produzione brassicola casalinga e raccontando loro le mie avventure. Infine sono socio dell’associazione homebrewers Friuli Venezia Giulia.
Sono innamorato delle basse fermentazioni tedesche e delle alte fermentazioni inglesi.
Bitter e Marzen, una coppia strana, ma che mi fa impazzire.