Numero 46/2020

12 Novembre 2020

Hops Torino beer shop: save water and drink beer!

Hops Torino beer shop: save water and drink beer!

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We help the world around here …save water and drink beer! Con queste note allegre e speriamo ottimiste vogliamo presentavi una giovane coppia che in quest’anno strano, difficile e per niente prevedibile hanno aperto un piccolo locale nel centro di Torino. Un posticino che ha tutta l’aria di voler uscire dall’anonimato del classico bar torinese: qui la birra artigianale e il caffè di qualità la fanno da padrone.

Ilaria e Emanuele partono dalla loro passione per la birra artigianale che vogliono condividere con la gente del posto. Prima qui si entrava per il solito caffè al volo, un panino anonimo e una bionda o una rossa per l’aperitivo; riprendendo l’attività, i nostri amici, nei modi più gentili e naturali invitano i loro commensali a essere più attenti alle loro scelte che sono tutt’altro che anonime.

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Vogliamo vedere sempre più appassionati come Ilaria e Emanuele che credono nel prodotto locale e lo promuovono con tanto impegno.

Amici torinesi e non solo, vi invitiamo a leggere la loro storia e non esitate ad andare a fare un salto da Hops Torino beer shop.

Raccontateci la vostra storia: chi siete? Quali sono le vostre professioni e come siete arrivati ad occuparvi di birra?

Siamo Emanuele e Ilaria, rispettivamente 31 e 29 anni, insieme dal 2011. Nel 2013 abbiamo preso in gestione il Bookshop del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino. Emanuele da 3 anni si è dato all’homebrewing un po’ per gioco un po’ perché cercava un hobby (nella sua testa pareva economico fino a quando non ha scoperto l’ALL GRAIN), specializzandosi sempre di più nel mondo della birra e facendo avvicinare anche me con un corso di degustazione fatto con Fermento Birra. Nel 2019 per necessità abbiamo dovuto reinventarci a livello lavorativo e con l’ispirazione di fare qualcosa che ci appassionasse è nata l’idea del Beer-shop, portata anche dal fatto che non riuscivamo a reperire così facilmente birre artigianali sempre diverse.

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Il progetto “Hops Torino Beer Shop”: com’è nata l’idea? Perché la scelta è caduta sulla birra artigianale? Dove si trova il locale? Quali sono le sue peculiarità?

La ricerca del locale ideale non è stata facile ma finalmente ad aprile 2020 lo troviamo in via Maria Vittoria 27/F a Torino, un piccolo locale ad angolo che con i lavori di restyling effettuati è diventato più nostro, rispecchiando anche nei dettagli la ricerca di un equilibrio tra beer-shop e caffetteria (anche se ci piace definirlo Pub Diurno e noi publican).

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L’Hops Torino  così com’è, è un ibrido e nasce per il bisogno di far conoscere e degustare le birre artigianali italiane e internazionali alla spina e non, abbinando un panino sfizioso, un piatto caldo o un tagliere, allontanandoci sempre di più dagli standard dei bar tradizionali in cui non ci ritroviamo, così a seguire la ricerca di materie prime del territorio con collaborazioni con produttori locali come l’Agrisalumeria Luiset o l’Azienda Agricola La Patuana nonché il pane fresco consegnato tutti i giorni dal Panificio di Meli. Questo ha portato anche alla ricerca di un caffè che fosse in linea con le nostre idee, ovvero prodotti artigianali di qualità con un occhio di riguardo all’etica della produzione: la scelta è stata quella di una miscela 100% Arabica proveniente da coltivazioni biologiche e da filiera controllata e certificata: la Respecto.

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Che tipo di birre proponete? Secondo quali criteri fate le selezioni? Chi sono i vostri clienti e che approccio hanno verso la birra artigianale?

Parlando di quello che abbiamo più a cuore, LA BIRRA, la nostra proposta al momento è incentrata più su birre nazionali di cui buona parte regionali: questo perché ci piace conoscere di persona le realtà e le persone che ci sono dietro ad un birrificio, farci raccontare le loro birre e degustarle insieme a loro, dopodiché valutiamo la possibilità di inserirle all’Hops. Tra di loro non potevano mancare Filo di Lana, Gravità Zero, La Granda, Birra Carrù, Kauss e moltissimi altri. Purtroppo questo non avviene con tutti sia per motivi di distanze che di tempo, in particolar modo con le realtà fuori dal Piemonte e quelle internazionali; comunque anche in quel caso abbiamo selezionato birrifici e birre già assaggiate durante la nostra formazione. Facendo alcuni nomi per la parte nazionale troverete ad esempio Birra dell’Eremo, Birra Perugia, Piccolo Birrificio Clandestino e Brewfist mentre dal lato internazionale trovate To OL, Pohjala, Oud Bersel, Marble e altri ancora.

L’elenco è in continuo aggiornamento, ma non per questo lo vediamo come un fattore negativo. Anzi, non riuscendo a fare magazzino per via delle dimensioni ridotte del locale riusciamo a variare continuamente la nostra selezione prendendo giusto la quantità necessaria ad allestire scaffali e frigo: questo ci permette di avere prodotti sempre “freschi” e un ricircolo più rapido del prodotto.

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La nostra clientela è varia, partiamo dalle persone del quartiere, residenti o degli uffici, abituate ad avere un bar all’angolo, che stanno conoscendo piano piano la nostra realtà e tra un caffè e una brioche si inizia a fare due chiacchiere sulla birra e così magari acquistano al Beer-shop o tornano alla sera per una birra alla spina. Poi ci sono quelli che ci seguono sui social che hanno visto nascere il locale e che ci vengo a trovare, gli appassionati del craft beer sempre alla ricerca dei grandi classici o delle ultime novità e chi di passaggio entra incuriosito.

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Quale è la vostra visione sulla situazione dei birrifici italiani oggi? Cosa c’è da migliorare ancora?

Siamo molto contenti di lavorare in questo campo perché è un mondo di persone piene di energia e socievoli. Crediamo che il movimento della birra artigianale in Italia si possa paragonare a un’onda che piano piano si sta alzando, e noi vogliamo essere sulla cresta.

Sicuramente quello che bisogna fare è parlare parlare e parlare di birra arginale, cercano di diffondere il più possibile informazioni corrette, divulgare lo studio, il lavoro, la passione che c’è dietro. In questo primo periodo di attività ci stiamo scontrando con ancora tanta disinformazione riguardo le birre in lattina che continuamente vengono associate a birre da discount o con il discorso della birra cruda e non filtrata di alcuni noti marchi, aimè complice la tantissima pubblicità ingannevole che viene fatta.

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I vostri piani per il futuro?

Siamo partiti dal piccolo Hops Torino, ma abbiamo tante idee e progetti che vorremmo realizzare: molti partiranno presto, normative permettendo. Possiamo anticipare: serate degustazione, incontri con i birrai e molto altro… il riscontro e il sostegno che abbiamo ricevuto già in questo primo periodo ci fa capire che siamo sulla strada giusta e noi andiamo avanti tutta!!!

 

 

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Lina Zadorojneac
Info autore

Lina Zadorojneac

Nata in Moldavia, mi sono trasferita definitivamente in Italia per amore nel 2008. Nel 2010 e 2012 sono arrivati i miei due figli, le gioie della mia vita: in questi anni ho progressivamente scoperto questo paese, di cui mi sono perdutamente infatuata. Da subito il cibo italiano mi ha conquistato con le sue svariate sfaccettature, ho scoperto e continuo a scoprire ricette e sapori prima totalmente sconosciuti. Questo mi ha portato a cambiare anche il modo di pensare: il cibo non è solo una necessità, ma un piacere da condividere con la mia famiglia e gli amici. Laureata in giurisprudenza, diritto internazionale e amministrazione pubblica, un master in scienze politiche, oggi mi sono di nuovo messa in gioco e sono al secondo e ultimo anno del corso ITS Gastronomo a Torino, corso ricco di materie interessanti e con numerosi incontri con aziende produttrici del territorio e professionisti del settore. Il corso ha come obiettivo la formazione di una nuova figura sul mercato di oggi: il tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie e agro-alimentari. Così ho iniziato a scrivere per il Giornale della Birra, occasione stimolante per far crescere la mia professionalità.