Numero 22/2025
26 Maggio 2025
Il giro del mondo in… tante birre: Faroe

Dopo tanto tempo, il Giro del Mondo in Tante Birre approda nuovamente su un’isola, anzi 18 perché oggi si tocca terra sull’arcipelago Faroe o Fær Øer.
Situato tra la Scozia, la Norvegia e l’Islanda, è una Nazione costitutiva della Danimarca, quindi la politica interna è gestita da un governo autonomo, mentre difesa e affari esteri sono legate alla corona danese.
Indipendenti dal 1948, queste “isole delle pecore” (traduzione letterale dalla lingua norrena) sono abitate fin dal VII sec. d.C. La loro posizione remota è, infatti, molto appetibile per i monaci eremiti irlandesi, i primi colonizzatori del territorio. Mentre la pseudo-vicinanza con le coste norvegesi diventa il pretesto per le scorribande vichinghe. I navigatori-guerrieri fondano l’attuale capitale Tórshavn che significa “il porto di Thor”.
L’arcipelago resta sotto il controllo della Norvegia fino al XV sec. quando questa si unisce alla Danimarca creando un’unica monarchia che termina nel 1814. In questo periodo le condizioni economiche poco vantaggiose e i governi molto duri fanno affiorare sempre di più lo spirito indipendente degli abitanti.
Il passaggio, poi, al controllo esclusivo danese peggiora la situazione. L’abolizione del Parlamento locale e la proibizione di parlare la lingua faroese rappresentano le micce che fanno accendere la scintilla del movimento indipendentista. Per cercare di placare gli animi, la corona danese concede la possibilità di avviare attività private e la pesca libera. Tutto questo fa crescere l’economia isolana e dà vita ad una forma di autogoverno che porterà all’indipendenza nel secondo dopoguerra.
Ma prima di passare al prossimo capitolo, voglio tornare al significato del toponimo, perché proprio “isole delle pecore”?!? Perché da sempre il numero degli ovini è superiore a quello degli umani. Gli abitanti, infatti, sono appena 55.000, i candidi quadrupedi, invece, superano quota 80.000 capi!
LA STORIA DELLA BIRRA SULLE ISOLE FAROE
La produzione di birre sull’arcipelago Faroe è alquanto recente. Il primo birrificio viene, infatti, inaugurato a metà del 1800. Martin Christian Restorff, fornaio danese, fonda nella capitale il “Restorffs Bryggjarí” (1856) che chiude i battenti solo nel 2007.
Agli inizi del Novecento, però, il vento della temperanza americana inizia a soffiare su queste isole sperdute. E nel 1907, un referendum, che per la prima volta vede alle urne le donne, mette il veto sulla vendita e la somministrazione di birra, vino e liquori con gradazione alcolica superiore al 2,7%. Si pensa così di porre un freno all’abuso di alcol ma il divieto non si applica alle importazioni e, quindi, i grandi produttori, come il danese Carlsberg, hanno il via libera. Fatta la legge, trovato l’inganno! Addirittura, siccome i prodotti importati sono razionati tra la popolazione, gli astemi vendono le loro quote ai bevitori incalliti e così i problemi sociali legati al consumo di alcol restano invariati.
Nel 1992 l’era del Proibizionismo faroese termina ma contestualmente nasce il “Rúsdrekkasøla Landsins” (o Rusan), il monopolio statale per la vendita di alcolici. Simile al “Vinmonopolet” norvegese, regola la vendita e l’importazione di alcolici con gradazione maggiore di 2,8% ABV. Oggi conta ben dieci sedi.
Il cambio di secolo porta grandi novità brassicole. Intorno al 2007, infatti, apre il primo microbirrificio artigianale che diventerà fonte di ispirazione per altre due realtà craft. Questa aria nuova è la molla che fa scattare una socialità diversa per la gente del posto, abituata da sempre ad incontrarsi tra le quattro mura domestiche. Convivialità e condivisione diventano il leitmotiv delle serate faroesi.
4 BIRRIFICI DELLE ISOLE FAROE CON QUALCOSA…IN PIU’!
I quattro produttori di birre dell’arcipelago Faroe non sono ancora caduti nella rete del colosso di turno. Anche quello più grande resta, ad oggi, fuori dalle mire industriali straniere…Sono Indipendenti Questi Faroesi!
– Il birrificio più antico delle Faroe: FÖROYA BJÓR
Fondato nel 1888 a Klaksvík da Simon Frederik Hansen (detto Símun í Vági). Appassionato di birrificazione e panificazione, per cinque anni studia queste arti in terra danese. Come nome del proprio birrificio sceglie “La birra delle Faroe”. L’esito del famigerato referendum sugli alcolici (1907), però, fa subito cambiare direzione e la birra a bassa gradazione diventa il traino commerciale. Alla scomparsa di Simon (1935), il figlio Einar prende in mano le redini e sviluppa un altro canale: la produzione di acqua gassata. Alla gamma di base si aggiungono anche le bibite analcoliche. Nel 1980, grazie ad un allentamento delle proibizioni, si riesce ad ampliare la gamma con birre più forti. Nel 2007 acquisisce alcuni marchi dello storico birrificio “Restorffs Bryggjarí”, mentre nove anni dopo vede la luce “Einar’s Distillery”, distilleria specializzata in vodka, whisky, rum e gin.
PILSNAR: birra chiara a bassa fermentazione. La bandiera del birrificio, Pilsner maltata e fruttata, con un tocco di amaro. Gradazione alcolica: 4,6%
SLUPP: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Amber Lager dai toni caramellati, resa meno stucchevole da una moderata luppolatura. Gradazione alcolica: 5,8%
GREEN ISLANDS STOUT: birra scura ad alta fermentazione. Stout dalle tipiche note di caffè, liquirizia e cioccolato. Gradazione alcolica: 5,8%
– Il primo birrificio artigianale delle Faroe: OKKARA
Nel 2007, nei pressi della capitale Tórshavn, apre i battenti il primo concorrente locale di Föroya Bjór. L’idea di sfidare il big storico viene ad un gruppo di imprenditori isolani, tra cui Høgni, birraio e membro della famiglia proprietaria del marchio Okkara (in italiano: “nostro”). Nome legato da sempre alla vita economica delle Faroe, dalle fabbriche di latte, sapone e marmellata fino alle birre. Nel 2020, però, la sfida sembra persa visto che il microbirrificio viene venduto proprio al concorrente Föroya Bjór. Ma niente paura, l’onda craft non si ferma e nello stesso anno succede qualcosa di speciale…ve lo racconto nel prossimo paragrafo!
GULL: birra chiara a bassa fermentazione. Una Export Lager maltata con un tocco di erbaceo che rinfresca il tutto. Gradazione alcolica: 5,8%
KLASSIK: birra ambrata a bassa fermentazione. Una Vienna Lager dai toni caramellati e di frutta a guscio, dal finale secco. Gradazione alcolica: 4,6%
RINKUSTEINUR: birra ambrata ad alata fermentazione che si rifà alle Steinbier tedesche. Vengono, infatti, aggiunte pietre vulcaniche locali scaldate a 800 °C al mosto. Gradazione alcolica: 5,8%
– Il birrificio artigianale “più italiano” delle Faroe: OY BREWING
Quando nel 2020 Föroya Bjór acquisisce Okkara, esce di scena Petur Petersen, il CEO del microbirrificio. Ma non sta mica fermo a guardare, si rimbocca le maniche, apre il primo brewpub e lo dedica al suo Paese. Il nome, infatti, significa “isola”. Orgoglio tricolore, però, è il birraio friulano Alessandro Ersettigh. Dopo varie esperienze in Spagna, Inghilterra e Norvegia, dal 2021 crea le sue birre nella capitale delle Faroe.
KLIKKHAZE: birra chiara ad alta fermentazione di ispirazione statunitense. Hazy IPA tropicale e agrumata, dalla luppolatura moderata. Gradazione alcolica: 5%
KUSTURIN: birra scura ad alta fermentazione che si rifà alle Milk Stout anglosassoni. In primo piano le note di cioccolato e caffè, più dolce nel finale rispetto allo stile originario. Gradazione alcolica: 7,4%
HIMMBER & HVEITI: birra di frumento con aggiunta di lamponi. Fresca e dissetante grazie al tocco acidulo dato dalla frutta e dal tipo di cereale utilizzati. Gradazione alcolica: 5,8%
– Il microbirrificio artigianale faroese “più religioso”: BISKUPSKELDA
Un gruppo di amici di Vágur, cittadina situata sull’isola di Suðuroy, decide di dare vita al loro sogno e nel 2021 aprono il più piccolo birrificio del Paese. Scelgono di chiamarlo “La fontana dei vescovi”, come un ruscello cristallino che scorre nelle vicinanze. In passato questo piccolo corso d’acqua forniva ristoro a chi si spostava a piedi da un centro abitato all’altro. Ancora oggi si pensa che, bere da questa sorgente, abbia effetti benefici. Curiosi i nomi delle birre e la grafica delle etichette che si rifanno alle tradizioni e al folklore delle Faroe.
HULDUGENTAN: birra chiara ad alta fermentazione. NEIPA fruttata ed agrumata, ispirata ad una poesia tradizionale dedicata ad una donna fantasma. Gradazione alcolica: 5,8%
OTTAR: birra ambrata a bassa fermentazione. Un’Amber Lager particolare con aggiunta di spezie (pepe ed anice) e sentori agrumati. Ottar è il nome di un monaco che per la sua cattiveria ed ingordigia cadde in mare da una scogliera. Gradazione alcolica: 5,8%
SKÚVANES: birra scura ad alta fermentazione di tradizione anglosassone. Stout dalle classiche note tostate di caffè amaro e cioccolato fondente. Il nome è quello di una suggestiva scogliera nei pressi di Vágur. Gradazione alcolica: 4%
Beh che dire delle isole Faroe…una bella scoperta che mette in luce un’interessante produzione di birre sia artigianali che più industriali. Quattro birrifici per 55.000 abitanti rappresenta una densità da far invidia a Paesi ben più grandi!
Alla prossima pinta!
Siti internet e pagine social di riferimento:
Le foto delle etichette sono gentilmente concesse dal collezionista Mario Bughetti:
www.facebook.com/mario.bughetti (email: booghy55@gmail.com)
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